Il termine non è volutamente esatto per definire il genere sentimentale, ma lo abbiamo utilizzato apposta perché effettivamente “La risposta è nelle Stelle” narra dell’amore, di due storie parallele avvenute in periodi diversi tra uomo e donna. Due storie che si intersecano in parallelismi e similitudini dei protagonisti anche se maturate in epoche diverse, ma entrambi di attualità.
E il comune denominatore tra le due storie dei 4 protagonisti, è l’amore che lega l’uomo alla donna, anche se, stavolta, il ruolo cardine è quello femminile. In entrambi i casi è la donna ad essere superiore all’uomo: più colta, meno rozza, più decisa e in grado di prendere decisioni anche quando lui non è capace.
E’ questa la diversità che troviamo in “La risposta è nelle stelle” rispetto ad altri film sentimentali, dove invece era sempre l’uomo la figura preminente.
Il film è ambientato nella società attuale, ma lo si capisce soltanto dalla presenza di qualche pc, o smartphone, perché se togliamo questi due oggetti, ne ricaviamo un film senza tempo, in un’ambientazione a scelta tra gli ultimi 60 anni.
Gli stupendi paesaggi americani che fanno da contorno ai quattro protagonisti sono quelli indiscutibilmente romantici: laghi, colline, boschi, tramonti, cene al lume di candela, tutto quasi fiabesco dove il ruolo della protagonista principale, Britt Robertson che troviamo sugli schermi anche quale protagonista di Tomorrowland, sembra quasi stridere rispetto a tutto il contesto perché è l’unica di tutti i personaggi che si susseguono nel film ad essere collegata alla società attuale.
E’ vero che tutto è ambientato in una cittadina del Nord Carolina quindi fuori dalla frenetica modernità delle grandi città, ma Britt Robertson è lì a ricordarcelo. E’ sicuramente lei il personaggio più importante e sul aule ruota tutto il film.
Il protagonista maschile scelto dal regista George Tillman Jr (Faster, Notorius, l’onore degli uomini) è Scott Eastwood, figlio di Clint, anche lui attualmente sugli schermi con “Fury” perfettamente a suo agio nella parte del bel bovaro tutto muscoli e poco cervello (ma che emana un fascino particolare) che cavalca i tori.
Ci sarebbe poi la seconda storia d’amore quella con cui si interseca la prima, ma non vi diciamo niente perché inizia quasi a metà film.
Il è tratto dal romanzo di Nicholas Sparks “The Longest Ride” che ovviamente non abbiamo letto, ma visto il film, il libro sarà sicuramente ottimo.
6 giugno 2015