Nella vita è sempre tempo di riflessioni… per cercare di capire quello che succede intorno senza farsi influenzare da chi spesso per interesse personale vuole nascondere la verità. E dopo una doverosa riflessione ho deciso di intervenire sull’argomento discariche di cosiddetti inerti, un tema molto delicato per Alessandria e il suo territorio.
Specifico che il ruolo vero e genuino della politica è occuparsi del benessere della collettività. Quindi guardo oltre alle dichiarazioni e rassicurazioni ufficiali di chi vuole imporre a tutti l’utilizzo delle cave di ghiaia come discariche, sottolineando alcuni aspetti che dovrebbero di fatto impedire a chi di dovere di prendersi una responsabilità così grande, come l’ulteriore eventuale compromissione di una zona che ha già dato troppo in termini di inquinamento.
Il principale dubbio è che qualsiasi sostanza anche considerata “inerte”, aggiunta su un terreno, ne altera inevitabilmente la composizione chimica. Se poi questo terreno è un gigantesco buco che ha messo in contatto la superficie con la falda acquifera… a maggior ragione è da evitare assolutamente. L’acqua è il nostro bene primario, questo dovrebbero pensare gli amministratori che si dimostrano così disinvolti da immaginare una discarica in un lago artificiale.
Lo smarino, la sostanza di prelievo delle trivellazioni per il Terzo Valico e che dovrebbe finire nelle cave. Sorvolando sulle mille perplessità pure inerenti in un’opera che prevede qualche decina di minuti di anticipo rispetto ad una linea ferroviaria già esistente e sotto utilizzata… Lo smarino non è pietra e terra… ma è oltre a questo un mix di sostanze chimiche aggiunte, acqua mista a schiumogeni antipolvere e lubrificanti usati nelle trivellazioni.
Certo, a sentire i cosiddetti responsabili, con un trattamento le sostanze aggiunte vengono levate prima dello stoccaggio nella cava… a prescindere dalle perplessità di quanto viene a costare tutto questo per giustificare una nuova linea ferroviaria resa già obsoleta dai treni a levitazione magnetica che sono il futuro, ma chi può garantirci al 100% in Italia la correttezza e la sicurezza? C’è sempre tempo per dire poi “ma avevano detto che…”. Io e immagino tanti altri alessandrini, non mi fido. Non mi fido a lasciare stoccare tonnellate di sostanze estranee a contatto con la nostra preziosa acqua pura. Perchè di acqua inquinata invece ne abbiamo già tanta. E siamo rimasti a guardare decenni di abusi e assicurazioni che tutto era sotto controllo.
Per quale motivo adesso dovremmo diventare fiduciosi e improvvisamente sicuri che non ci stiano prendendo in giro? Chi è che si prende la responsabilità di garantire personalmente che nulla andrà storto nell’utilizzo delle cave locali come discariche?
Questa domanda porrò chiaramente e ufficialmente a chi ha autorizzazione nel decidere. Ci garantite personalmente che nulla andrà storto? Che non finiranno nelle cave sostante dannose? Che non ci saranno sorprese? Siete pronti a risponderne personalmente firmando magari un impegno verso la cittadinanza che non ci sarà alcun tipo di conseguenza negativa?
Mi riservo di sottoporre ulteriori aspetti dubbi di questa operazione che mostra chiaramente i presupposti pericolosi per essere una speculazione a danno dell’ambiente. E prima di portare altri problemi ad Alessandria, occupiamoci delle emergenze attuali, vedi la bonifica di Spinetta e dell’area fabbricazioni nucleari di Bosco Marengo e del monitoraggio di tutti gli altri siti a pericolo ambientale.
Alessandria dal punto di vista inquinamento sta già dando parecchio. Puntiamo su altre attività utili al territorio e non rischiose.
Giovanni Barosini – Presidente Commissione Bilancio Comune Alessandria