Domenica 3 maggio alle 16 presso la 11DREAMS Art Gallery in via Rinarolo 11 si inaugura “La zucca di Michelangelo” mostra di pittura di Gaspare Sicurla, in arte Feliscatus.
La mostra rimarrà aperta fino al 24 maggio da martedì a domencia dalle ore 16 alle 19.
Di seguito la descrizione della mostra ad opera dello stesso Gaspare Sicula.
Il montaggio di un film non è opera d’improvvisazione.
Richiede, a chi è chiamato a farlo, esperienza specifica non da poco, che può anche non essere di lunga durata; una naturale predisposizione può ridurre, anche di tanto, il tempo altrimenti occorrente per l’accumulo di tale esperienza. Come in altre attività creative, del resto. Necessita di calma, mutare in sequenze di senso compiuto spezzoni sparsi di pellicola con file interminabili d’immagini; e pazienza, sicuramente. Anche capacità di analisi e di valutazione del giusto peso da dare ai dettagli, seppure marginali. Ed è ovvio, bisogna avere proprietà di sintesi, occhio deciso e sicuro nella cernita delle sequenze, a volte decine, simili tra di loro, non uguali per quel poco che fa la differenza: un cenno, un movimento delle labbra, un colore, un’accelerazione eccessiva.
Ma poi c’è altro, di essenziale. Come il mantenimento costante della visione d’insieme. E’ indispensabile che non venga mai meno; neanche per un momento, possibilmente. Pena una scollegata e indecifrabile frammentazione dell’opera. L’ingarbugliamento dei fili nella trama e nella tessitura della storia che si deve svolgere secondo uno sviluppo prestabilito. Come risultato si avrebbe uno spezzettamento del percorso, sfibrando la tensione del flusso del racconto; recuperabile, l’ago elastico di quest’ultimo, coi tasti di una linotype a tre piedi, necessaria all’intreccio dei fili di Arianna-immagine, in proiezione Arianna-pittura. Annacqua il ticchettio nel corridoio sonoro del Minotauro-Picasso, un lavoro per lo più a spasso e ondivago. Per Teseo-aquila di Prometeo la chiusura nel labirinto dell’indecisione e della vaghezza è inutile. Naturale, con la minuziosa lettura, totale e selettiva perché dall’alto, lo smarrimento è impossibile, e ogni filo superfluo.
E’ del 1993-94 il ciclo di dipinti “La zucca di Michelangelo” in mostra a partire dal 3 maggio 2015. Ha lo stesso titolo di una delle opere e tratta dei viaggi di alcune barche-isole.
Realizzati a tempera su cartone telato, i quadri che ne fanno parte sono tutti della stessa orizzontale dimensione. Si presentano – così li avevo immaginati – simili a fotogrammi estratti, tra il numeroso insieme di altri, da una ripresa filmica costante che ha accompagnato la durata tutta dello spostamento dei mezzi dipinti, seguendo il lieve beccheggio del lento e afono tragitto che proseguiva sfiorando lo strato di colore in superficie e le velature dei tremuli riflessi dell’acqua, appena smossa, questa, e non violentemente scomposta. Perché l’acqua e l’aria – con la dichiarata partecipazione affettiva delle barche-isole – di un sicuro aspetto e un tranquillo carattere potessero fregiarsi. Ognuno di questi viaggi si è svolto in un tempo non breve, dato l’avanzamento rallentato dei mezzi che lo stavano compiendo, ha avuto luogo, ovviamente, nell’acqua, probabilmente salata di mare.
Una barca-isola è presente in ogni dipinto; sta trainando uno o più corpi: una zattera, una chiatta, un frutto, una conchiglia, carichi di varia natura; può essere anche un’altra barca-isola, ma senza capacità di moto proprio. Mentre il mezzo che guida e che sta davanti è quasi uguale in tutti i quadri, il secondo elemento, quello che è al seguito per bisogno proprio e altrui accondiscendenza e forza, cambia da un quadro all’altro, ed è al primo appaiato, “ammanettato”. Appare chiaro che il motivo di questo legame c’è, ed è sentito e consensuale: uno dispone di forza trainante, l’altro deve essere trainato, non avendo capacità motoria per poterlo fare di sua iniziativa, ma volentieri si lascia portare se qualcuno ha l’energia che serve ed è disposto a farlo.
In alcuni dipinti l’impianto compositivo e la quantità di elementi che lo costituiscono si differenziano dagli altri; i soggetti riguardano García Márquez, Hemingway, Alessandria, Picasso, Fontainebleau. E poi ce n’è uno che ritrae le onde naufraghe delle quali mi occupavo in quegli stessi anni.
Info: www.11dreams.it info@11dreams.it .
2 maggio 2015