Parlare del Cinema Dante, poi Corso, di via Dante, proprio per essere più precisi, senza incontrare il nome di Aristide Massari, è impossibile!
Aristide Massari è il nome di personaggio legato alle Filande, allo Sport, alle Automobili, alla Cinematografia, alle Innovazioni, alla Mondanità; soprattutto alla sua città.
Nato in Alessandria una decina d’anni precedenti al XX secolo, è appassionato d’auto: il primo concessionario della Casa Automobilistica Alfa Romeo; poi ha assunto la rappresentanza Piaggio, la mitica Vespa, quindi del Velosolex.
L’attività di quest’uomo non si è limitata a comparire, senza cariche importanti. Aristide, insieme all’amico Umberto Pugno, altro appassionato del volante, decide di ideare una gara automobilistica prettamente alessandrina. E’ nato così il famoso circuito dei 32, chiamato poi Pietro Bordino, in memoria del pilota scomparso.
L’interesse spiccato per le modernità, proprio nell’epoca in cui vi è una complessa trasformazione di tecnologie non indifferente, lo induce immergersi in un’infinità d’altri settori, compresa l’emergente cinematografia, sviluppata attorno agli anni ‘30 quando crea, assumendo proprietà e gestione della sala cinematografica Dante, poi Corso, adiacente alla sua officina.
I meccanici alle dipendenze del Cavalier Massari non sono pochi; però ve ne sono due con particolari doti di attaccamento al lavoro: Irmo Capello e Primo Archenti. Irmo è più spiccato per la parte meccanica, invece all’altro propone l’attività di operatore. Primo, forse con qualche titubanza, accetta con l’impegno di lavorare parte dell’orario stabilito in officina, per impegnare le restanti ore nella cabina di proiezione.
La giornata di quest’uomo intraprendente è articolata con una mattinata, disposta come tutti i lavoratori di quell’epoca: dalle 8 alle 12; a metà pomeriggio, abbandona pistoni e cilindri, per svolgere e riavvolgere pellicole, fino alla mezzanotte, di ogni giorno.
La sala cinematografica è molto ampia, sezionata in due parti ricavando, in quella superiore, la galleria, molto di moda negli anni dell’inaugurazione.
La cubatura da riscaldare è parecchia, l’impianto per affrontare i mesi invernali al caldo è fra i più moderni, fra i migliori offerti dal mercato di quell’epoca, però non sufficiente ad erogare l’uniforme tepore in quell’ampio salone. Il pubblico alessandrino, ridanciano come di solito, ha battezzato il Cinema Dante con il nome giason, nomignolo rimasto in auge per oltre tre quarti di secolo, ancora ben radicato nella memoria di chi ha, oggi, qualche anno in più.
L’ingresso, costantemente dal lato di via Dante, in quegli anni è un poco più verso il centro città, rispetto all’attuale: qualcuno lo ricorda come un ampio spazio, altri sostengono l’esatto contrario; tutti ricordano lo splendido scalone per raggiungere la galleria.
Franco Montaldo
3 aprile 2015