Gentile Direttore,
vorrei tornare sulla situazione di scarsa vitalità del nostro centro storico da lei ricordata per condividere con lei e i suoi lettori la sensazione che provo trovandolo , anche nei fine settimana, poco frequentato : è un senso di disagio che mi fa pensare alle comprensibili conseguenze negative per il commercio e , in generale, per l’economia cittadina.
Certo, so bene che non è realistico fare confronti con gli anni 80’ e 90’ del secolo scorso ma, al tempo stesso, non posso esimermi dal guardare ad altre località della nostra provincia dove tale fenomeno di abbandono è decisamente meno evidente.
A mio avviso, la realtà è che da tempo, complice la crisi economica e non solo, stiamo vivendo un declino evidenziato dalla perdita di imprese e di importanti realtà pubbliche che si traduce in minori posti di lavoro, meno reddito prodotto e, in prospettiva futura, meno residenti. Inoltre, noto una certa disaffezione dei tortonesi a vivere la città, quasi non trovassero più le motivazioni giuste.
Insomma, non vorrei esagerare ma il timore che talvolta mi suscita questo deprimente stato di cose è che Tortona vada, con il tempo, assomigliando ai tanti anonimi “ comuni dormitorio “ senza anima che popolano l’area metropolitana milanese, molti dei quali hanno la desinenza in “ate “ come se la nostra città si chiamasse Tortonate.
Tuttavia, sono convinto che, con l’impegno di tutti, dalle situazioni di difficoltà possano scaturire importanti opportunità di rilancio. Al riguardo, sarà importante riscoprire e valorizzare quello che i latini chiamavano il “ genius loci “ della nostra comunità cittadina: le sue caratteristiche autentiche, la sua storia, le sue radici e i suoi punti di forza che ci rendono unici e orgogliosi di appartenervi, di essere tortonesi.
Per attrarre lavoratori, turisti e imprese al fine di sviluppare il nostro acciaccato tessuto economico, oltre ad una seria strategia di medio-lungo periodo, una risorsa indispensabile è proprio la fiducia e la coesione dei cittadini, la loro volontà di non arrendersi al declino ma di credere nelle potenzialità del territorio di appartenenza.
Ecco perché sono convinto che, con questa consapevolezza e a condizione che non si perda ulteriore tempo, si possa ancora trovare la strada per portare dinamismo e vivacità nel sistema socio-economico locale .
Cordialmente,
Alessandro Scaccheri
25 febbraio 2015