Una donna, per strada, si sbraccia e fa cenno alla pattuglia dei Carabinieri di fermarsi. Chiede aiuto. Non riesce a trovare sua figlia, quattordicenne. Al termine dell’orario scolastico non è tornata a casa. Il suo cellulare squilla a vuoto. La madre è disperata. Teme le sia successo qualcosa di grave.
I Carabinieri sono quelli della Stazione di Gavi. La donna è di nazionalità rumena. La sua è una famiglia normale, come tante, ormai stabilmente inserita tra quelle della Val Lemme.
L’allarme scatta così, nel pomeriggio di mercoledì
Il servizio di pattuglia, si interrompe. O meglio, cambia obiettivo. Anche i furti possono “aspettare”.
C’è da capire cosa può essere successo ad una ragazza quattordicenne che sembra svanita nel nulla.
I Carabinieri di Gavi fanno rientro in Caserma, seguiti dalla madre della ragazza. La “interrogano” per avere un quadro di situazione il più completo e dettagliato possibile, del contesto socio-familiare che hanno di fronte. Insieme ai colleghi di Arquata Scrivia, nel cui territorio di competenza risiede la famiglia della ragazza, avviano gli accertamenti del caso, che consentono, tra l’altro, di appurare che la quattordicenne negli ultimi giorni non è neppure andata a scuola. I suoi compagni non sanno dove può essere. Si chiamano parenti e conoscenti, ma nessuno è in grado di fornire notizie utili al suo rintraccio.
Nel contempo viene attivata la compagnia telefonica a cui appartiene l’utenza in uso alla minore.
I Carabinieri delle Stazioni di Gavi e di Arquata si muovono in sincronia, in stretto contatto con la Centrale Operativa di Novi Ligure, che estende le ricerche ai Comandi Carabinieri limitrofi ed alle auto di pattuglia. Il tutto dinanzi alla madre, seduta, preoccupata ma composta, dinanzi alla scrivania.
Finalmente dalla compagnia telefonica arriva la notizia che il telefono della ragazza è stato localizzato – i Carabinieri non lo avevano chiamato per evitare che chiunque l’avesse con se decidesse magari di spegnerlo, impedendo così la possibilità di individuarne la posizione – anzi, è in movimento e si sta progressivamente allontanando dal territorio alessandrino.
La notizia non è ne buona né cattiva, è solo un primo passo. E’ necessario approfondire.
I contatti tra i Carabinieri e la compagnia telefonica proseguono. Si segue, sulla carta, il tracciato del percorso seguito dal telefonino della ragazza, che si spera lo abbia ancora con se.
Ad un certo punto appare chiaro: il cellulare sta “viaggiando” su un treno. E’ un intercity diretto a Napoli.
I Carabinieri contattano immediatamente il capotreno, che poco dopo conferma: a bordo di una delle carrozze c’è una ragazza che corrisponde alla descrizione della quattordicenne. E’ sola.
Ci siamo. La telefonata successiva è per i colleghi di Napoli, che si recano subito in stazione. Alle 20.40 l’intercity arriva a destinazione. La quattordicenne è sul treno, ma quando scende non trova ad attenderla il giovane coetaneo che, come si accerterà in seguito, aveva conosciuto tramite un social network ed aveva deciso di raggiungere.
Ad accoglierla ci sono i Carabinieri, ai quali la minore subito confessa di essere pentita del proprio gesto e della preoccupazione procurata ai propri familiari.
Viene quindi accompagnata in Caserma e rifocillata, è spaventata ma in buone condizioni. Lì ha atteso l’arrivo dei suoi genitori, i quali, avuta la certezza del suo rintraccio, si sono messi subito in viaggio per raggiungerla.
I Carabinieri della Compagnia novese, intanto, svolgono ulteriori accertamenti al fine di escludere che nell’accaduto vi siano eventuali responsabilità di terzi.
5 gennaio 2015