Luisa Ricotti

Luisa Ricotti

Non vi è alcun dubbio sul fatto che i Pontecuronesi non si siano mai sentiti così insicuri e indignati come in questo periodo.   Qualcuno afferma superficialmente che i furti nelle abitazioni siano un fatto ciclico e ricorrente. Forse una volta. Ma quando in pochi anni ti spogliano un intero cimitero di tutti i canali e le converse in rame, quando nelle cascine rubano trattori, macchine agricole e carburanti, quando ti entrano in casa, aprendo ogni tipo di porta e infisso, spudoratamente e impunemente, di mattina, di pomeriggio, di sera e di notte, portandoti via di tutto, persino il portafogli dai pantaloni appoggiati in camera da letto, mentre sei lì che dormi, con un ritmo di furti e tentati furti che cresce in continuazione, direi che il senso d’insicurezza e l’indignazione sono pienamente giustificati. Una realtà di prevaricazioni e reati che pensavamo esistesse solo in certi quartieri malfamati delle grandi metropoli!   E allora non è un caso che in un battibaleno alcuni cittadini, con una spontanea iniziativa di sensibilizzazione e di coinvolgimento della cittadinanza, abbiano raccolto 700 firme su una petizione rivolta agli amministratori del paese. Tutto questo perché è venuto il momento di prendere delle decisioni coraggiose, di fare delle scelte, in seno alla Giunta, che incanalino adeguate risorse finanziarie sul capitolo della sicurezza. La quale non è un lusso, ma un sacrosanto diritto, di cui il primo cittadino è a tutti gli effetti il garante. E’ evidente che l’iniziativa popolare va a riempire il vuoto esistente:   ad una effettiva domanda di sicurezza occorre dare risposte pronte e concrete! Le assemblee aperte, i contratti temporanei con alcuni vigilantes, così come la collaborazione con le forze dell’ordine, valgono nella misura in cui rappresentano l’avvìo di una strategia precisa, per controllare meglio e in modo sistematico e duraturo tutto il paese e il suo territorio. I sistemi di controllo ci sono, e non parlo solo di quelli telematici. Non è da sottovalutare che a Pontecurone ci sono anche persone ed associazioni   disposte ad attivarsi, purchè ci siano la volontà e l’impegno da parte dell’amministrazione a coinvolgerle in un efficace piano di tutela del paese! In mancanza di risposte adeguate, c’è il concreto e serio rischio che i cittadini esasperati, stanchi di subire, si facciano giustizia da soli.

                                                                                                                           Marialuisa Ricotti


3 febbraio 2015

Pontecurone - asfalto 2