Si apre con un evento di grande qualità il nuovo ciclo di eventi proposto dall’Associazione. Amici della Biblioteca, che ospiterà venerdì 16 gennaio alle ore 18.00 presso la sala delle Lunette del Mueso Civico la presentazione del libro di Roberto Bosio, edito da Bradipolibri, Muoiono solo gli stronzi, acuta biografia della vita del grande Mario Monicelli.
Novantacinque anni che comprendono una carrellata lungo settant’anni di cinema italiano, due guerre mondiali, un boom economico…
Una storia che finisce per intrecciarsi con quella del nostro paese, di cui Monicelli è stato un testimone partecipe, mettendo in scena i vizi degli italiani con il suo sguardo spietato.
Regista geniale e uomo difficile che non si è mai lasciato conoscere, fedele alla sua idea che i sentimenti è meglio non manifestarli. L’autore dichiara infatti che “non è facile scrivere una biografia di Monicelli. Era “il re dell’understatement, che io chiamo pudore, e nessun regista-autore al mondo ne ha mai avuto tanto nel proprio lavoro.
Monicelli si farebbe impiccare piuttosto che parlare di ‘ispirazione’, di ‘anima’, di ‘creatività’. Non direbbe ‘noi artisti’ neppure sotto tortura, né farebbe mai un capriccio per ottenere “il dovuto” da un produzione, ma lo farà per ottenere l’inutile, e tutto a suo danno”.
Non ci si può quindi stupire se quando parlava di sé, spesso il racconto prendesse pieghe strane: diceva di essere nato a Viareggio, ma in realtà era nato a Roma. Perché? Secondo la sua ultima compagna Chiara Rapaccini: “Fondamentalmente perché così aveva deciso lui e così doveva essere. Mario era un gran bugiardo.
A volte si divertiva a cambiare persino la sua data di nascita”…
Alla presentazione interverrà anche il regista Giuseppe Varlotta, che nel 2005 vinse, fra gli altri, il ‘Premio Cinema Italiano’ alla Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia con il cortometraggio Nanà, che vide la partecipazione di Monicelli stesso. Durante la presentazione, l’attrice Daniela Desana darà lettura di alcuni brani scelti dal libro di Bosio e proporrà al termine, come omaggio al grande maestro, un’interpretazione tratta dal film Speriamo che sia femmina.
15 gennaio 2015