Tutti i numeri e gli indicatori sanitari dell’ospedale di Tortona, ad eccezione del numero degli infarti, sono superiori a quelli dell’ospedale di Novi Ligure e nel 75% dei casi anche superiori a quelli dell’ospedale di Casale Monferrato.
Lo ha detto il sindaco di Tortona Gianluca Bardone che confida molto sui numeri sui quali dovrebbe anche basarsi la scelta della regione di individuare quale dei due ospedali, fra Tortona e Novi manterrà in Dipartimento di Emergenza e Accettazione (Dea) e rimarrà l’ospedale principale del sud Piemonte.
La scelta “a tavolino” era già stata fatta ed era caduta su Novi Ligure, ma la decisione della Regione di inviare in loco Antonio Moirano, il direttore dell’Agenzia nazionale per i Servizi sanitari, rimette tutto in discussione.
E il confronto di Bardone sui servizi sanitari verte proprio sui dati forniti dall’Agenas, un ente pubblico non economico nazionale, che svolge una funzione di supporto tecnico e operativo alle politiche di governo dei servizi sanitari di Stato e Regioni, attraverso attività di ricerca, monitoraggio, valutazione, formazione e innovazione
“Secondo il programma dell’Agenas – dice Bardone – che stabilisce quali parametri utilizzare per valutare se una sanità sia più efficiente ed efficace, l’ospedale di Tortona risulta ampiamente superiore a quello di Novi Ligure: i casi di scompenso cardiaco sono stati 380 in un anno contro i 140 di Novi Ligure e i 257 di Casale Monferrato, quelli di ictus 213 contro i 176 di Novi Ligure, gli interventi alla mammella 176 contro 10, e lo stesso dicasi per tutti gli altri interventi al Colon, alla tiroide, agli esami artroscopia al ginocchio, di endoscopia e via di seguito, persino per quanto riguarda i tempi di attesa. L’unico parametro che ci vede soccombere rispetto a Novi Ligure è il numero degli infarti che a Tortona sono stati 127 contro i 255 dell’ospedale di Novi.”
“Una dato quello degli infarti – aggiunge Valerio Freggiaro primario del reparto di cardiologia dell’ospedale di Tortona – anche ovvio e prevedibile, perché a Novi Ligure confluiscono i malati provenienti dall’ovadese e dall’acquese. La realtà invece è che al reparto di Cardiologia di Tortona (che verrà smantellato se verrà tolta la rianimazione e lasciata soltanto a Novi come previsto dal Piano sanitario) affluiscono pazienti per prestazione ambulatoriali non solo dal Novese, ma anche da Ronco Scrivia e da altre zone perché i nostri tempi di attesa sono molto inferiori.”
Quindi un paziente infartato che abita a Novi, Ovada od Acqui che rischia la vita, sceglie per salvarsi l’ospedale di Novi Ligure che è più vicino, ma per le successive cure preferisce rivolgersi a quello di Tortona.
“Ogni anno – conclude Freggiaro – in cardiologia abbiamo 600 ricoveri, 127 infarti, 100 sostituzioni di pace maker, e oltre 2.500 prestazioni ambulatoriali. E la regione, adesso vuole smantellare tutto questo, perché?”
12 dicembre 2014