Buongiorno Direttore
Come prevedevo l’intervento al consiglio comunale aperto, limitato a 3 minuti, non poteva essere sufficiente perché ogni relatore potesse esprimere a pieno la sua opinione.
Non ricordo bene quello che ho potuto relazionare, e ascoltando gli altri interventi le sarei grato se potesse pubblicare quanto segue.
Premetto che io non sono a favore della chiusura dell’ospedale, pero bisogna rendersi conto che non si può avere tutto, la crisi economica che attanagli l’Europa e l’Italia soprattutto, ci deve fare riflettere prima di agire di impulso.
- Prima di tutto bisogna partire dalla presentazione a settembre scorso del Presidente del Consiglio Matteo Renzi della bozza delle legge di stabilità ai governatori regionali, di cui Chiamparino è Presidente, in quella occasione Renzi comunicò i tagli alle regioni pari a 4 miliardi di euro da aggiungere altri1 miliardo e 750 milioni previsti dai governi Monti e Letta, coma 1 e 2 dell’art 36, “Ai fini della tutela dell’unità economica della Repubblica, nelle more dell’entrata in vigore della legge 24 dicembre 2012, n. 243, le regioni a statuto ordinario concorrono alla realizzazione degli obiettivi di finanza pubblica nel rispetto delle disposizioni di cui al presente articolo, che costituiscono principi fondamentali di coordinamento della finanza pubblica ai sensi degli articoli 117, terzo comma, e 119, secondo comma, della Costituzione” ed di seguito al comma 13 dell’art. 13 “In caso di mancato conseguimento del pareggio per uno dei saldi di cui al comma 3, la regione inadempiente, nell’anno successivo a quello dell’inadempienza: è tenuta a versare all’entrata del bilancio statale, entro sessanta giorni dal termine stabilito per la trasmissione della certificazione relativa al rispetto del pareggio di bilancio, un terzo dell’importo corrispondente al maggiore degli scostamenti registrati dai saldi di cui al comma 3 rispetto all’obiettivo del pareggio e, nei due esercizi successivi, entro il 31 gennaio di ciascun anno, i restanti due terzi equi ripartiti.
In caso di mancato versamento si procede, nei sessanta giorni successivi, al recupero di detto scostamento a valere sulle giacenze depositate nei conti aperti presso la tesoreria statale. Trascorso inutilmente il termine perentorio stabilito dalla normativa vigente per la trasmissione della certificazione da parte della regione, si procede al blocco di qualsiasi prelievo dai conti della tesoreria statale sino a quando la certificazione non viene acquisita. Nel caso in cui lo scostamento registrato nell’esercizio 2015 dall’obiettivo di cassa di cui al comma 3, lettera b) rispetto all’obiettivo del pareggio, risulti maggiore dello scostamento registrato dagli altri saldi, il versamento di cui al primo periodo è effettuato solo nel 2016, fino ad un importo pari al 3 per cento degli impegni correnti registrati nell’ultimo consuntivo disponibile;
Altra disposizione sulle province autonome comma 3 dell’art. 35 della legge di stabilità, fa intendere la volontà del governo e la gravità della situazione, è stabilito secondo il prospetto seguente le somme da corrispondere dalle Regioni e dalle Provincie autonome alle Finanze dello Stato:
Regione o Provincia autonoma In migliaia di euro
Anni 2015- 2018
Valle d’Aosta 10.000
Provincia Autonoma Bolzano 44.000
Provincia Autonoma Trento 37.000
Friuli-Venezia Giulia 87.000
Sicilia 273.000
Sardegna 97.000
Totale Autonomie speciali 548.000
Si comprende che il governatore piemontese non è intenzionato a ritornare sulla sua decisione, non ha alternative, l’eventuale ricorso da parte del Comune di Tortona e dei Sindaci e la relativa decisione favorevole da parte del TAR, potrebbe creare seri problemi di bilancio alla regione Piemonte e quindi c’è da aspettarsi che i contributi regionali che vengono attualmente erogati al Comune di Tortona e ai comuni del tortonese potrebbero avere fine, quindi addio ai contributi per gli affitti, per lo studio, per le biblioteche, per gli asili, per i fossi e i canali, per l’agricoltura ect , i comuni non potranno che aumentare le imposte. Bisogna comprendere se il gioco vale la candela.
“Cui prodest”
Per comprendere la inerzia in questi anni dei politici consociati che ora cavalcano l’onda di protesta dei cittadini bisogna ricordare il passato.
Facendo un passo indietro nel 2004 (fonte Il Piccolo del 4/2/2004 Alessandria, ipotesi di nuovo ospedale: incontro con l’assessore regionale Il primo sì di Galante – Muliere (Ds): ‘Manca il piano sociosanitario), allora si era intenzionati a chiudere gli Ospedali di Novi Ligure e Tortona e costruire un nuovo grande ospedale, a metà strada fra i due comuni; nei tempi recenti, tra i mesi di marzo e aprile 2013 articoli di stampa e comunicati del Sindaco di Tortona Massimo Berutti e del Sindaco di Alessandria Rita Rossa ribadivano la necessità della realizzazione di un nuovo ospedale più efficiente e moderno. Il comunicato stampa del sindaco si concludeva:
“Auspico – conclude Berutti – che, al più presto, si possa arrivare ad un tavolo di coordinamento con i vari sindaci che possa analizzare il piano di fattibilità di un ospedale di eccellenza per tutta la nostra provincia”.
Con queste premesse si capisce che non vi era la volontà di tenere in piedi l’ospedale di Tortona. Considerando che la produttività e l’efficienza dei due ospedali di Tortona e Novi è allo stesso livello ed è difficile fare una graduatoria di merito e decidere chi deve restare aperto come ospedale di 1 livello (spoke), l’unico motivo per il quale è stato scelto l’ospedale di Novi potrebbe essere ricercato nella presenza del novese dei politici locali Ugo Cavallera ex assessore alla sanità, ex vice Presidente della Regione con la giunta di Roberto Cota Presidente, dei parlamentari Manuela Repetto (F.I.) e di Mario Lovelli (PD) ex sindaco di Novi, che probabilmente non erano intenzionati a dare una delusione ai propri concittadini elettori.
Inoltre l’intervento dei grillini al consiglio regionale, nella crociata salva-ospedali sulla diatriba di Acqui e Tortona contro Novi, che hanno proposto la realizzazione di nuova struttura ospedaliera, farebbe intendere che si vuole attuare la vecchia ipotesi del nuovo ospedale, forse anche con fondi privati, non essere più pubblico ma convenzionato con la regione, come tanti altri.
Questa ipotesi cadrà come quella della banca dei tortonesi, non avendo nessuna certezza sugli accreditamenti nessuno investirà 70 milioni di euro per realizzare e attrezzare la nuova struttura ospedaliera.
Unica possibilità realistica, e spero che i cittadini condividano e lottino, potrebbe essere quella di costruire, sempre da parte dei privati, l’ospedale e attrezzarlo trasferendo le nuove apparecchiature degli ospedali di Novi e Tortona, quindi con costi molto inferiori, per poi darlo in comodato di uso, dietro congruo compenso annuale, alla regione Piemonte, che potrà trasferirci il proprio personale. In questo caso la regione non avrebbe nessun problema di manutenzione della struttura o adeguamenti strutturali e funzionali, che invece adesso deve eseguire sulle strutture attuali obsolete. In questo caso occorrerà costituire una società o un’associazione ad hoc, fra imprenditori, fondazioni e quanti altri hanno soldi da investire. Qualora si giungesse a ciò è da preventivare una durata di circa 10 anni per la messa in esercizio del nuovo grande ospedale.
Giuseppe Calore
12 dicembre 2014