chiamparino e saitta QIncredibile ma vero, a Chiamparino sono bastate poche parole da politico navigato sussurrate ai sindaci venerdì scorso, senza nulla di scritto, per far cadere, forse, tutto il progetto di ricorsi al Tar e iniziative in difesa dell’ospedale di Tortona.

Poche, vaghe e circostanziate promesse verbali in presenza di un Piano sanitario già approvato che distruggerà l’ospedale di Tortona, ma che hanno indotto i sindaci a prendere carta e penna e nella giornata di lunedì, a scrivere una lettera al presidente Sergio Chiamparino in cui di dichiarano disposti a fare retromarcia a rinunciare al ricorso al Tar, se Chiamparino prometterà di cambiare il Piano sanitario.

A fine articolo pubblichiamo integralmente la lettera dei sindaci; qui ci soffermiamo su alcune considerazioni.

Non sappiamo quanti sindaci abbiano firmato lettera perché, sia la notizia della missiva, che il testo non sono stati divulgati agli organi di informazione e ai cittadini stessi, ma sappiamo con certezza che la lettera è stata spedita martedì mattina.

La lettera è scritta in politichese, ma prima di lasciarvi alla lettura abbiamo estrapolato alcuni dei passaggi chiave che consentono a tutti di capire il significato della proposta di mediazione che i 40 sindaci del Tortonese, o almeno di chi l’ha firmata.

A prima vista qualcuno potrebbe pensare che i nostri amministratori abbiano “calato le braghe” visto il tono eccessivamente ossequioso, ma lasciamo ogni giudizio in merito ai lettori.

A noi ci hanno colpito particolarmente questi passaggi:

“Quel che chiediamo non è perciò la conservazione dell’esistente (leggi servizi dell’ospedale- ndr) ma che sia rispettata la nostra dignità di interlocutori razionali.”

“Dichiariamo fin d’ora di essere pronti a schierarci al Suo fianco per spiegare ai Cittadini, che insieme amministriamo,   che è giusto ed opportuno scegliere quel modello (riferito alla gestione della Sanità – ndr), sempre che quel modello risponda davvero a criteri di utilità obiettiva.”

“Ci convochi, ci ascolti, cambi metodo e consenta il confronto nella democrazia; offra alla politica l’opportunità di perseguire la giustizia, evitandoci così di percorrere l’unica alternativa democratica, quella di chiedere alla Giustizia di valutare le scelte della politica.”

Ultima considerazione: ma viste le divagazioni, la retorica  e l’eccessiva lunghezza, Chiamparino la leggerà mai?

 

IL TESTO INTEGRALE DELLA LETTERA

 

Illustre Signor Presidente,

Le sarà giunto, nei giorni scorsi, l’eco delle proteste che si sono levate dal Tortonese, una terra forse marginale, pervasa di echi, culture e idiomi liguri, lombardi e piacentini, che però non hanno mai impedito ai Tortonesi di sentirsi orgogliosamente Piemontesi.

Gli organi di informazione raccontano le vicende che ci toccano da vicino in tanti modi. Qualcuno è giunto a rappresentare le nostre richieste come reclami fastidiosi, come se noi fossimo ripiegati a difendere strutture e servizi di provincia e perciò inevitabilmente inadeguati.

Cerchiamo allora di chiarire le nostre ragioni.

Non diversamente da Lei, siamo chiamati ad amministrare queste comunità di periferia geografica. Conosciamo bene, ci creda, le limitazioni e i vincoli dell’amministrare; inoltre, siamo mossi come Lei dal desiderio e dall’urgenza di risolvere il gran pasticcio della gestione della sanità in Piemonte. Aggiungiamo che saremo Suoi alleati, e non nemici, se da una approfondita analisi dei dati e dalla comparazione dei fatti Lei ricaverà un modello capace di mettere fine allo spreco, fornendo ai cittadini un servizio nel settore dell’assistenza sanitaria all’altezza della nostra cultura e della nostra tradizione.

Di più, dichiariamo fin d’ora di essere pronti a schierarci al Suo fianco per spiegare ai Cittadini, che insieme amministriamo, che è giusto ed opportuno scegliere quel modello, sempre che quel modello risponda davvero a criteri di utilità obiettiva.

Ci permetta, dunque, di descrivere le ragioni per le quali riteniamo di non dover accettare le decisioni da Lei assunte:

 

  1. la condizione di dissesto contabile non è nata oggi. Se l’urgenza di intervenire è condivisibile, non è accettabile il metodo che porta a invocare una condizione che data da anni per imporre un modello non sottoposto ad alcun tipo di discussione democratica;
  2. abbiamo ragioni da esporre; forse non saranno né risolutive né convincenti, ma le abbiamo. Perciò riteniamo doveroso che le nostre ragioni vengano da Lei ascoltate, valutate, comparate, e che solo al termine di questo iter – l’unico accettabilmente democratico – vengano fornite le opportune e motivate ragioni che rendono irrazionale, sconveniente, ingiusto, il loro accoglimento. Fino a oggi questo iter non solo non è stato iniziato, ma si ha la sensazione che neppure ci verrà data la possibilità di iniziarlo;

 

  1. perdoni la banalità, caro Presidente, ma siccome la distanza tra Novi e Tortona è la stessa, sia che il conteggio parta da Novi invece che da Tortona, noi chiediamo che i nostri Cittadini possano capire se la Regione ha considerato, e come ha valutato:

 

  • il pregio delle rispettive infrastrutture e dotazioni;
  • il valore degli investimenti (erano trascorsi pochi mesi dal rifacimento del reparto di Ginecologia dell’Ospedale di Tortona quando con un “gesto” del Direttore dell’ASL si è proceduto a trasferire il punto nascite a Novi Ligure. Diciamo “gesto” perché non sembra davvero che il provvedimento sia motivato, visto che contrasta con la valutazione tecnica risultante dall’indagine disposta dall’ASL) e dopo 15 mesi siamo in condizione di dire che l’operazione sia fallita, posto che i residenti del tortonese si rivolgano alla vicina Lombardia
  • che il reparto di Cardiologia dell’Ospedale di Tortona, se il piano regionale dovesse essere attuato, dovrà essere chiuso senza che siano trascorsi pochi mesi dalla sua completa ristrutturazione ed inaugurazione;
  • che il laboratorio per la preparazione dei farmaci oncologici di Tortona, perfettamente efficiente ed unico ad aver superato anche le verifiche dei NAS, dovrebbe essere trasferito;
  • che l’adeguamento del punto nascite dell’Ospedale di Novi Ligure onde recuperare in parte il “gap” risultante a favore della struttura tortonese, ha imposto all’ASL di stanziare circa 400 mila € peraltro non ancora spesi;
  • che le dotazioni dell’Ospedale di Tortona in termini di infrastrutture, macchine, tecnologie, borse di studio per medici, sono state integrate dalla nostra Fondazione per poco meno di 7 milioni negli ultimi 20 anni, sollevando l’erogazione da parte delle Istituzioni pubbliche per l’equivalente;
  • la “mobilità passiva” verso la vicina Lombardia (10 km circa) incide pesantemente sui bilanci sanitari in particolar modo per gli accessi massivi ai punti nascita ed alle strutture dedicate alla riabilitazione.

 

Caro Presidente, potremmo continuare, e vedrà che lo faremo. Quelle accennate sono solo alcune delle questioni che sarebbe stato necessario – e resta a nostro avviso doveroso – che la Sua Amministrazione discutesse con le nostre Amministrazioni, per convincere i Cittadini che tanto Lei quanto noi decidiamo a ragion veduta.

Quel che chiediamo non è perciò la conservazione dell’esistente. Però vogliamo, fortissimamente vogliamo, che sia rispettata la nostra dignità di interlocutori razionali, non diversi dai cittadini di Torino, di Cuneo, di Vercelli, di Novara, di ciascuna località della nostra Regione.

Non vogliamo rallentare un processo necessario di risanamento e ristrutturazione del sistema sanitario Regionale. Al contrario, vogliamo che il risultato finale sia definito nel rispetto di tutti, nel dialogo e nella giustizia.

Pensiamo di non ingannarci nell’individuare in Lei il Garante del processo democratico; per questa ragione Le chiediamo di ascoltarci senza pregiudizio, in contraddittorio con chi riterrà, per valutare se la scelta di ridimensionare la nostra struttura sanitaria è davvero quella giusta.

Ci convochi, ci ascolti, cambi metodo e consenta il confronto nella democrazia; offra alla politica l’opportunità di perseguire la giustizia, evitandoci così di percorrere l’unica alternativa democratica, quella di chiedere alla Giustizia di valutare le scelte della politica. Sappiamo quello che diciamo. Nessun dubbio che percorreremo anche questa strada se saremo costretti a difendere le nostre ragioni da chi non ci permettesse nemmeno di esprimerle.

Non si preoccupi, non Le faremmo perdere tempo. Verremo volentieri a Torino, sempre che Lei decida di dedicarci l’attenzione che crediamo di meritare. In “streaming”, e comunque pubblicamente, Le assicuriamo di essere sintetici e seri, come il nostro ruolo impone. Non intendiamo farci pubblicità presso i nostri elettori, ci creda. Semplicemente, pensiamo che una decisione debba essere presa alla fine di un percorso, non prima o indipendentemente da esso. Perciò, da buoni Piemontesi, non confidi nell’affievolirsi della nostra tenacia.

Grazie Presidente, a presto ( speriamo)

Firmato I sindaci…..



 25 novembre 2014

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