Il 22 luglio, alle tre del pomeriggio, pistole (vere) in pugno, erano entrati nel laboratorio orafo Fenix, con delle graffette da elettricista avevano legato mani e piedi la moglie e il figlio del titolare nonché due clienti e tre dipendenti, poi avevano rubato 50 Kg di argento, due Kg in lingotti d’oro e denaro contante per un valore di circa 100 mila euro; adesso a distanza di 4 mesi sono stati individuati ed arrestati dai carabinieri per rapina, sequestrato di persona ed altri reati.
Si tratta di tre giovani tutti originari di Isola Capo Rizzuto, in Calabria: Rafik Rafya, 22 anni, Vincenzo Verterame, 24 anni Giuseppe Viola, 25 anni, quest’ultimo, secondo gli inquirenti era il capo della banda.
I dettagli dell’operazione sono stati illustrati martedì mattina durante una conferenza stampa che si è tenuta presso il comando provinciale dei carabinieri di Alessandria.
L’indagine è partita grazie all’acume dei Carabinieri di Valenza che partendo dalle immagini delle telecamere a circuito chiuso all’interno della ditta sono riusciti, dopo minuziose indagini, a risalire agli autori della rapina.
Non solo, ma vista la provenienza calabrese dei tre, l’indagine si è subiti allargata a macchia d’olio e si è scoperto che la banda aveva un appoggio a Verona, una vera a propria base logistica nel nord Italia grazie a due famiglie originarie della Calabria che sono sotto la lente d’ingrandimento degli inquirenti. L’indagine, denominata “Pandora” infatti, non può dirsi conclusa: I carabinieri ritengono che i tre abbiano effettuato colpi anche in altre zone del nord Italia.
Nel colpo a Valenza è rimasto ferito o anche il titolare della ditta orafa, colpito alla testa con il calcio di una delle due pistole usate dai malviventi. L’uomo era entrato dopo aver sentito le urla della moglie, della figlia.
25 novembre 2014