Lo avevamo annunciato: i film francesi recentemente si stanno ponendo all’attenzione degli appassionati come di ottima fattura e molto apprezzabili e così è anche per questo “Due giorni, una notte” che narra il dramma di un’operaia licenziata perché il suo datore di lavoro ha fatto scegliere fra tutti i dipendenti tra un bonus di mille euro a ciascuno di loro o salvare il posto alla loro collega. Inutile dire che l’esito della votazione è scontato: su 16 persone soltanto due hanno deciso di rinunciare il bonus per salvare il posto alla collega.
Questa la scena iniziale di un film drammatico, che ha in Marion Cotillard un splendida protaginista. E sembra quasi impossibile riconoscere l’attrice francese completamente diversa dalla prosperosa protagonista de “Il cavaliere oscuro” .
A soli 39 anni Marion Cotillard è sicuramente una delle migliori attrici francesi degli ultimi decenni, la sua poliedricità nell’interpretare personaggi diversi come in Midnight in Paris, Contagion, C’era una volta New York, Un’ottima annata e molti altri, ne fa un’attrice completa che raggiunge forse l’apice in questo film dove l’espressività conta forse di più di ogni dialogo.
La trama è semplice: il dato di lavoro ha accolto la decisione di rifare la votazione e Marion (Sandrà) ha solo un week end per far cambiare idea ai suoi colleghi.
I due registi, i fratelli Jaean Pierre e Luc Dardenne (Il ragazzo con la biciletta, il matrimonio di Lorna) riescono a rappresentare uno spaccato della società attuale.
Una cosa che colpisce nel vedere il film è stata la tipologia delle persone: è sufficiente recarsi in Francia per capire che quelle rappresentate e le loro situazioni rispecchiano chiaramente la realtà attuale che, purtroppo, non è solo di quel Paese.
23 novembre 2014