Egregio Direttore,
“Fate presto” sono le due parole con cui concludiamo un accorato appello di soccorso dopo una chiamata al 112, 113 o 118.
“Fate presto” le due parole con cui il “palo” esorta i propri complici a terminare in fretta il “lavoro” a cui si stanno dedicando, per poi “tagliare la corda”.
“Fate presto” le due parole che sussurriamo alla vista degli artificieri impegnati a disinnescare una bomba, mentre il conto alla rovescia sta per terminare.
“Fate presto” e fate bene, ma fatelo ora: perché il tempo dell’attesa è finito, e noi nemmeno sapevamo che un conto alla rovescia era iniziato; il declassamento del nostro ospedale sarà suggellato in Consiglio Regionale già mercoledì mattina. Senza più margini di manovra. Senza più ripensamenti Quando il declassamento sarà norma approvata, lunedì mattina, niente e nessuno potrà più “cambiare idea”.
In tre mesi hanno condannato l’Ospedale. Chi, come e quando.
Siamo rimasti intrappolati nella clessidra rotta del “non c’è più tempo” e rischiamo di soffocare nella sabbia fuoriuscita dall’ampolla. Mercoledì mattina il nuovo assetto sanitario sarà approvato in Giunta Regionale, e dopo, Saitta e Moirano si presenteranno a Roma con la cartella piena dei “compiti fatti”.
“Inaccettabile” – secondo Davide Bono, Consigliere regionale M5S Piemonte, e vice presidente Commissione sanità – “il fatto che la revisione della rete ospedaliera ci venga portata in Commissione il mercoledì [13 Novembre], millantando una discussione sul territorio e con i consiglieri che non c’è stata. La delibera di giunta sarà approvata lunedì e portata al Tavolo romano per provare, secondo l’assessore, ad uscire dal Piano di Rientro e tornare ad assumere. Si tratta di una bufala usata a fini ricattatori”.
A fine luglio, Saitta, Assessore alla Sanità in Piemonte, avviava trattative con il ministero sul riparto del fondo sanitario nazionale, mentre Fulvio Moirano, direttore generale della sanità piemontese, fresco di nomina dopo aver lasciato gli incarichi (due) che stava gestendo al vertice dell’IFO e dello Spallanzani di Roma, accertava come e dove le Asl e le Aso piemontesi stessero “sbagliando” per “intervenire con la massima urgenza”.
Era inizio agosto, quando lo stesso Moirano, dalla direzione generale dell’assessorato, spiegava che «I numeri saranno pronti entro la fine di agosto ma sarà più complesso applicare quella norma a livello politico e sui territori».
I numeri, dunque, erano pronti già da fine agosto, ma nessuno, al di fuori degli “addetti ai lavori” li conosceva, poiché applicare quei tagli – per stessa ammissione di Moirano – sarebbe stato difficile. Allora meglio agire con un blitz, in tempi ristrettissimi, a giochi fatti.
Il governatore Chiamparino, lo stesso che in campagna elettorale visitava la città di Tortona millantando un futuro ben differente per il nostro nosocomio, alle affermazioni di Moirano dava seguito spendendo la propria faccia (residua) fino in fondo: «Sono qui anche per garantire l’agibilità politica di queste scelte. Noi avremo dialogo e confronto con il territorio per tutelare la sicurezza e la salute dei cittadini e i localismi non ci fermeranno».
Grazie, Governatore.
365 all’alba: Massicci e incazzati
Non sono, in questo caso, purtroppo, 365 giorni ancora da trascorrere. Ci rimangono, a stento 48 ore, dal momento in cui scrivo.
La lotta, impari, è tra il tavolo Massicci (l’organo che verifica la situazione dei disavanzi regionali della sanità) ed i Sindaci dei 40 Comuni del Distretto Sanitario.
Che, si presume, siano anche incazzati (e scusate il francesismo, ma quando ci vuole…)
Perché, allora, 365? Presto detto: tra Giunte e minoranze, tra tutti i 40 Comuni, riusciamo a contare 365 politici, che potrebbero presentarsi davanti a Palazzo Lascaris, a protestare contro le decisioni del Consiglio Regionale?
Ovviamente, sto parlando per ipotesi: un corteo di tale portata dovrebbe essere autorizzato preventivamente dagli organi preposti, per motivi di ordine pubblico…. Magari mi sbaglio, chissà?
Baste con le prese in giro
L’incontro in programma per lunedì sera, tra Sindaco e cittadini, ha già il sapore nostalgico di una concelebrazione tra reduci e superstiti, anziché il tuonare baldanzoso di chi, alla guerra, ci deve ancora andare. Il mio non è disfattismo, è conoscenza degli iter burocratici. Una volta approvato in Regione, il Piano Sanitario diventa esecutivo.
Entro 15 giorni dall’approvazione del Consiglio regionale, la legge viene promulgata dal Presidente della Giunta regionale, entro 10 giorni dalla promulgazione viene pubblicata sul Bollettino ufficiale regionale ed entra in vigore il quindicesimo giorno successivo alla sua pubblicazione.
Questi sono i termini e i tempi, di legge,
Tutto il resto, raccolte firme, cortei, manifestazioni e comitati, dopo che i compiti saranno stati fatti (lunedì mattina) e consegnati (mercoledì a Roma) diventa coreografia, come nelle Olimpiadi. Cerimonie vistose, momenti belli, significativi, emozionanti, nessuno dice il contrario; però la gara, le competizioni e le medaglie si giocano altrove. Nelle aule del TAR.
Berutti incontrò i genitori del Terzo Circolo la sera stessa in cui, la mattina, la Regione aveva approvato il dimensionamento scolastico che, di fatto, aveva soppresso la scuola. Ed il sapore, amaro, di quell’incontro, aveva il retrogusto di una presa in giro.
No Bardone, non fare come lui.
Annamaria Agosti
17 novembre 2014