I politici tortonesi saranno uomini con la spina dorsale o pappemolli? E’ la domanda che si pone adesso che è arrivata la conferma della soppressione del reparto di Rianimazione e il neo sindaco, Gianluca Bardone, rischia di pagare le colpe di una chiusura che ha origini lontane.
Bardone rischia di essere l’ultimo terminale di un “disegno” che potrebbe essere ancora fermato.
In quale modo lo suggerisce, in un altro articolo, il sindaco di Spineto Scrivia, Alessandro Canegallo, proponendo l’unica azione eclatante in grado di catalizzare le attenzioni della stampa nazionale e forse anche del presidente Matteo Renzi.
Ma i tesserati del Partito democratico avranno il coraggio di mettere in atto questa insubordinazione agli ordini superiori dei loro politici e restituire tutte le tessere di partito?
BARDONE COME BERUTTI?
La situazione in cui si trova oggi Bardone ricorda molto quella del suo predecessore, l’ex sindaco Massimo Berutti, che malgrado avesse l’amico Ugo Cavallera assessore regionale alla sanità e i politici “forti” di Novi Ligure Bondi e Rapetti dello stesso partito, proprio non ce l’ha fatta ad impedire il trasferimento del Punto Nascite da Tortona a Novi.
E tutto questo, malgrado avesse ricevuto in tempi non sospetti, lo stesso documento che ha ricevuto Bardone dal quale risulta che i paramenti per il Punto Nascite, fossero tutti a favore dell’ospedale di Tortona e contro quello di Novi Ligure.
L’Asl, a sorpresa, decise invece il trasferimento a Novi, ma a nessuno venne in mente di fare ricorso al Tar, perché?
Chi c’era dietro la decisione di trasferire il Punto Nascite che non ha ancora trovato una spiegazione ufficiale plausibile dall’Asl e ha dato il via al ridimensionamento dell’ospedale di Tortona?
Un ridimensionamento che prosegue adesso con la chiusura della Rianimazione e forse, in futuro di tutto l’ospedale, come avvenuto a Valenza…..
Berutti all’epoca, ma solo 18 mesi fa, annunciò fuoco e fiamme con addirittura una carovana di pullman a Torino, ma poi la montagna partorì il topolino e si finì con due incontri con l’attuale direttore dell’Asl Paolo Marforio che non portarono a nulla.
I pullman, in compenso, rimasero fermi nel deposito dell’Arfea.
Di più, dopo l’annuncio della grande manifestazione di protesta in Regione lo stesso Berutti non è più tornato sull’argomento, malgrado qualcuno – proprio l’attuale sindaco Gianluca Bardone, dai banchi dell’opposizione – glielo ricordò più volte, criticandolo aspramente di non averla fatta.
Nel frattempo le cose sono cambiate ed entrambi, sia Bardone che Berutti, sono stati premiati per la loro incisiva azione politica, diventando sindaco il primo e “promosso” consigliere regionale il secondo.
Bardone, da sindaco, ha annunciato una strenua battaglia in difesa dell’ospedale: è stato il suo punto di forza nella campagna elettorale e il primo intervento fatto appena nominato alla guida di Tortona.
Bardone, come Berutti all’epoca, oggi può contare su un assessore regionale alla sanità del suo stesso partito, un sindaco di Novi pure del PD e addirittura un presidente della Regione sempre del PD, Chiamparino, che tra l’altro quando venne a Tortona durante la campagna elettorale promise pubblicamente di difendere l’ospedale.
Cosa faranno Bardone e tutti i tesserati del PD? Consegneranno le tessere scegliendo la difesa dell’ospedale al partito o viceversa?
Ma davvero Gianluca Bardone vuole essere ricordato dai suoi cittadini come il sindaco in auge ai tempi in cui è iniziata la fine dell’ospedale di Tortona?
13 novembre 2014