“L’Assessorato regionale alla Sanità- fin dal mese di Agosto- ha prontamente attivato tutte le procedure e le misure precauzionali per scongiurare l’eventuale diffusione sul territorio del virus Ebola seguendo, attraverso gli uffici della Direzione regionale Sanità, settore Prevenzione, tutti i protocolli previsti dalle circolari ministeriali, in linea con le raccomandazioni dell’OMS.”
Lo ha detto martedì pomeriggio l’assessore regionale alla Sanità, Antonio Saitta, rispondendo in Consiglio ad un’interrogazione a risposta immediata sul tema.
Il sistema nazionale di controllo è soprattutto concentrato sulle frontiere, in particolare quelle aeree. Il Ministero della Salute (che esercita direttamente le proprie competenze in materia) ha attivato misure di sorveglianza negli aeroporti e nei confronti degli immigrati che giungono via mare, in via prudenziale, visti i lunghi tempi che precedono i tentativi di ingresso e la provenienza degli immigrati da paesi non interessati all’epidemia.
La nostra regione non è interessata in modo diretto da queste misure perché i nostri aeroporti non effettuano voli diretti, non sono dotati di strutture di isolamento e, pertanto, eventuali situazioni di emergenza in volo vengono dirottate su altri scali.
Essendo presenti sul territorio regionale alcune comunità di soggetti originari dei paesi interessati è stata invece prospettata la eventualità che pazienti rientrati da meno di tre settimane dai propri paesi si rivolgano ai servizi di emergenza per affezioni aspecifiche (ad esempio febbri di natura da determinare).
Per questo, le azioni regionali, sono state innanzitutto rivolte a migliorare la accuratezza delle rilevazioni anamnestiche (tramite una scheda di screening e la disponibilità di consulenze infettivologiche) per evitare false segnalazioni di sospetto e per identificare i sospetti a basso rischio (che possono essere trattati seppur con misure di cautela) e a indirizzare la presa in carico degli eventuali sospetti a basso rischio da parte di ospedali dotati di reparti di malattie infettive, in grado di garantire l’isolamento dei malati e l’effettuazione di accertamenti diagnostici in condizioni di sicurezza.
Saitta ha ricordato che “fin dal 27 agosto è stato riunito il Gruppo tecnico regionale per le emergenze infettive che ha confermato il livello di allarme “1” (presenza di epidemie in alcune aree del pianeta con rischio potenziale di importazione di casi) ed emanato una serie di raccomandazioni organizzative, in particolare sulle procedure di sicurezza per la diagnosi e il trattamento di eventuali casi sospetti, che sono state messe a punto in incontri tecnici con le direzioni sanitarie delle aziende sanitarie regionali.”
Sul territorio sono stati individuati i centri di riferimento: Regina Margherita (per i casi pediatrici del proprio bacino) e Amedeo di Savoia di Torino e gli ospedali di Novara, Vercelli, Cuneo, Alessandria, Asti e Casale Monferrato.
La Regione si avvale per queste attività del SeReMi (Servizio regionale di riferimento per le malattie infettive) dell’Asl di Alessandria.
15 ottobre 2014