Non intendiamo essere razzisti, ma non possiamo rimanere inermi e in silenzio davanti agli ultimi due episodi di immigrati nordafricani che aggrediscono giovani ragazze alla luce del sole.
Ci riferiamo a ciò che è successo in questi giorni ad Alessandria e Valenza di cui potete leggere i particolari negli articoli sotto, e prima ancora, il 29 luglio, a Tortona quando la Polizia ferroviaria ha arrestato un giovane marocchino che molestava le donne.
Tre episodi in poco più di un mese a cui ne va aggiunto un quarto che si è verificato nella sala d’aspetto della stazione, sempre a Tortona, nell’aprile scorso, dove una studentessa venne aggredita da un marocchino.
Aggressioni ai danni di giovani donne indifese, avvenuti in pieno giorno ad opera di stranieri. Questi, al momento e secondo quanto accertato dalle forze dell’ordine, sono i fatti.
Le aggressioni ad opera di ragazze sono sempre avvenute, ma non ci risulta con questa frequenza e in molti casi ad opera di stranieri.
Un’escalation preoccupante, che deve fungere da campanello d’allarme.
Non ce l’abbiamo con gli stranieri poveri e onesti che vengono in Italia a cercare un rifugio o un lavoro e vanno aiutati ad integrarsi; ce l’abbiamo contro gli straneri violenti che entrano nel nostro Paese compiendo ogni genere di nefandezza e reati a non finire.
Stranieri che, anche se individuati e denunciati, rimangono praticamente impuniti per molto tempo perché anche in caso di condanna esiste la sospensione condizionale della pena.
In molti casi casi, quindi, fino a quando non si accumulano due anni di carcere, in galera non si finisce, per cui i delinquenti sono liberi di scorrazzare, con la facoltà di commettere altri reati.
Gli stranieri lo sanno ed è per questo che, molti di loro, si permettono di fare cose che nel loro Paese mai si sognerebbero.
Non sappiamo come si potrebbe agire, a livello locale, per impedire questo proliferare continuo di furti, aggressioni, scippi, ed altri reati che – secondo le statistiche – sono compiuti nella stragrande maggioranza da stranieri.
Sappiamo però, che rimanere in silenzio, essere buonisti o falsi buonisti, non serve a nulla e non farebbe che peggiorare le cose perché i delinquenti si sentirebbero ulteriormente protetti e liberi di continuare nelle loro azioni.
Crediamo sia giunto il momento di dire “basta” a tutto questo.
E’ inconcepibile che una ragazza non possa più essere tranquilla e camminare da sola in pieno giorno e rientrare a casa all’ora di cena, per paura di essere aggredita, o che ognuno di noi non possa sentirsi tranquillo tra le proprie mura domestiche perché entrano in casa con una facilità impressionante e rubano qualsiasi cosa.
Non è potere delle amministrazioni locali cambiare leggi talmente blande che non possono fungere da deterrente, ma forse i Comuni potrebbero intensificare la vigilanza, mettere più agenti in servizio, intensificare i controlli, e soprattutto utilizzare più rigore.
Un sindaco non ha molto potere in questo settore, però può emettere ordinanze, farle rispettare, cercare di garantire un livello molto alto di sicurezza, in modo che i delinquenti capiscano che in certi luoghi, i controlli sono così capillari che rappresentano già un deterrente.
Tutto questo in attesa che qualcuno, da Roma (se mai ci sarà), si decida a predisporre leggi più severe, a porre un freno all’immigrazione di coloro che vengono in Italia a razziare, aggredire, rubare, spacciare e depredare il nostro Paese, insinuando un senso di paura e di impotenza in molti abitanti.
24 settembre 2014