Marco  Buoni di Casale Monferrato Capitale del Freddo, consulente delle Nazioni Unite inviato ai confini dell’Iraq, rientra in Patria con un’importante esperienza da raccontare

 

In Iraq, nonostante la gravissima situazione, la refrigerazione e il condizionamento non vengono messi in secondo piano.

Le Nazioni Unite, che coordinano con le agenzie UNEP e UNIDO e con il Centro Studi Galileo di Casale Monferrato la formazione nei Paesi Asiatici e Africani, hanno inviato in Giordania, nelle regioni di confine non raggiunte dal conflitto, un loro collaboratore per formare le istituzioni, le industrie e gli artigiani iracheni sulla certificazione ambientale europea riguardante i Patentini per i Tecnici del Freddo PIF.

 

Da anni ormai Marco Buoni ha accettato la sfida posta dal dipartimento ambiente delle Nazioni Unite, l’UNEP, di formare tecnici frigoristi in tutto il mondo, con particolare attenzione ai paesi in via di sviluppo.

Buoni, che ricopre il prestigioso ruolo di Vicepresidente dell’associazione Europea dei Tecnici del Freddo con 22 nazioni aderenti e 125000 tecnici associati,  da quel momento in poi ha viaggiato in tutto il mondo e il suo passaporto è costellato di timbri di paesi che solitamente si leggono solo su Wikipedia e che nelle sue previsioni erano almeno improbabili.

Il peregrinare l’ha portato a formare tecnici libici, eritrei, swazi, sudafricani, uzbeki, cinesi, balcanici, indiani, iracheni, giordani, yemeniti e molti altri cercando di trasmettere a tutti le conoscenze di livello europeo.

Ora rientrato dall’ennesima esperienza fuori confine lo incontriamo presso la sede Centrale del Centro Studi Galileo a Casale Monferrato.

Marco, hai vissuto in prima persona un luogo che sentiamo nominare ogni giorno al telegiornale ma del quale in verità sappiamo molto poco, la prima impressione?

“Le zone di confine, le terre in guerra fanno sempre un effetto particolare. Dopo decenni di conflitti possiamo tragicamente dire che queste persone sono ormai abituate allo status quo e la vita di ogni giorno prosegue. Non amano parlare con gli stranieri dei loro problemi e tralasciano la difficile situazione interna. Si rendono conto dei problemi quotidiani, gli stessi sui quali interveniamo noi.” Per esempio? “Per esempio lo sviluppo della refrigerazione, fondamentale per la conservazione degli alimenti particolarmente importante in questi momenti difficili, e per il raffrescamento degli edifici viste le torride giornate lavorative in questi paesi e la limitazione delle conseguenze ambientali.

Utilizzano in larga scala HCFC R22, gas molto dannosi per l’ozono. Con  i colleghi olandesi e filippini sono stato inviato proprio per dare il via ad una graduale sostituzione con i nuovi gas a impatto zero. Così facendo, oltre ad aiutare i paesi in via di sviluppo, aiutiamo anche l’Europa che non trovandosi sola nel processo di sostituzione dei gas non vede vanificati i suoi sforzi. Possiamo dire che sono paesi molto avanti da questo punto di vista: anche se non ne fanno menzione i problemi interni sono (come vediamo dall’Italia) gravissimi, tuttavia trovano tempo ed energie per sfidare il cambiamento in un settore fondamentale come il nostro.”

Come tenevate il seminario? Inglese, francese…”Inglese, con traduzione simultanea in arabo. Come dicevo eravamo in tre inviati delle Nazioni Unite. I due colleghi erano un olandese esperto di attrezzature e un filippino che nel suo paese di origine svolge la certificazione dei frigoristi mutuata dal metodo australiano. In Iraq, dopo il nostro seminario, il governo, che era presente con i Ministri dell’Educazione e dell’Ambiente accompagnati dal padrone di casa il Ministro dell’Ambiente Giordano, ha deciso di adottare la schema di formazione dei frigoristi europei,  privilegiando la formazione del tecnico a quella dell’azienda.”

Quale livello di preparazione ha trovato? “Certamente non conforme agli standard europei ma di discreto livello. Al corso erano presenti molti colleghi di centri formativi locali, che furono istituiti dagli stati europei a partire dal 1940, contribuendo a formare una cultura della refrigerazione significativa e indispensabile in questi paesi. La refrigerazione è un’occasione importantissima – prosegue Buoni –  per queste persone e per queste nazioni. Cambia la vita delle persone, permette di far giungere nei luoghi più lontani i vaccini, di conservare gli alimenti. E’ importante per la ripresa economica e sociale di questi paesi che la refrigerazione si sviluppi anche qui massicciamente. Il mio compito è quello di istruire queste persone ad un uso consapevole di questi strumenti”

Mentre i paesi in via di sviluppo ottengono una formazione base in Italia il Centro Studi Galileo, di cui Buoni è Direttore Tecnico, avvia i corsi di specializzazione per i tecnici più preparati: l’APP e il Master del Freddo nell’ambito del Centro di Eccellenza sul Freddo a Casale Monferrato. “I corsi sono fondamentali per i nostri tecnici – dichiara Buoni – permettono loro di svolgere lavori di altissimo livello e di battere la concorrenza della manodopera non qualificata che avrebbe potuto sostituire i frigoristi di esperienza che in ogni caso devono lavorare a prezzi più significativi. In particolare il Master del Freddo sarà il corso che conferirà la più alta specializzazione nell’ambito della professione e verrà svolto da ottobre presso l’Università in collaborazione con il Politecnico di Torino”.

 22 settembre 2014

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