area meditazione INon abbiamo la pretesa che questo sia avvenuto dopo la nostra telefonata all’Outlet di Serravalle Scrivia, anche se in termini temporali è stato proprio così.  Ci riferiamo all’area di meditazione per la quale  la direzione del centro, dimostrando grande senso di democrazia, ha subito provveduto ad accogliere le istanze della gente.
Tutto nasce da quella che una lettrice, ha definito possibile “discriminazione religiosa e sessuale” perché l’Outlet aveva deciso di mettere a disposizione dei clienti, per il culto religioso, un’apposita area in una tensostruttura.
Siccome l’Outlet ha una clientela internazionale, per venire incontro alle esigenze di quelle religioni come la musulmana ed ebrea, che impongono a uomini e donne di pregare divisi, l’Outlet aveva predisposto due aree separate.
La decisione ha sollevato non poche proteste fra cui quella, appunto di una nostra lettrice che ci ha scritto allegandoci le foto dei due settori e la corrispondenza intercorsa tra lei e la direzione dell’Outlet.

La nostra lettrice ha chiesto all’Outlet  di spiegare la ragione delle due zone separate per uomini e donne nell’ ‘Area Meditazione’ installata vicino al negozio Ferrari perché per lei si trattava di una vera e propria discriminazione: “Significa che privilegiate un tipo di culto che prevede la separazione dei sessi ai danni di un tipo di culto, come quello cristiano, che non discrimina chi prega?” scrive la donna e l’Outlet di rimando: “Qui al Centro di Serravalle è nostra intenzione rispettare profondamente tutte le religioni e i credi ed è per questo che abbiamo deciso di offrire ai nostri visitatori un’area di meditazione e preghiera multi-culto, aperta a tutti coloro che sentano la necessità di un momento di raccoglimento. Garantire un accesso separato per uomini e donne è per noi un atto inclusivo e non esclusivo: i culti che pregano separatamente potranno farlo, mentre chi, come i Cristiani, non ha questa esigenza, non avrà certamente problemi a pregare separatamente.”
E’ stato a quel punto che abbiamo telefonato alla direzione dell’Outlet: “Non volevamo escludere nessuno – ci è stato detto – anzi il nostro obiettivo era quello di unire e non dividere, cioè favorire la meditazione religiosa da parte di tutti e anche di coloro che – proprio per motivi religiosi – non possono pregare in maniera promiscua. Tuttavia, visto che abbiamo ricevuto diverse email di protesta al riguardo, abbiamo provveduto, in questo momento, all’unificazione delle due arre, perché purtroppo non abbiamo lo spazio per realizzare una terza area promiscua.”
Ritorniamo, insomma, all’annoso problema oggetto di dibattito sulle pagine del nostro giornale: gli stranieri. Se si fa qualcosa per andare incontro alle loro esigenze, si rischia di sollevare le rimostranze degli italiani che si sentono defraudati e se non si fa qualcosa per favorire gli stranieri si viene tacciati di razzismo.
O forse, molto semplicemente, tutto è legato all’animo umano: qualsiasi cosa uno faccia è destinato a suscitare proteste, o da una parte o dall’altra, perché il consenso universale, non può esistere.

 6 agosto 2014

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