Tantissime persone, domenica mattina, si sono radunate in piazza Duomo, davanti al Banchetto No Tav per partecipare alla pedalata contro cave, amianto e mafie del Terzo Valico: la biciclettata è stata organizzata dal Comitato No Tav tortonese e si è svolta lungo le strade della città, fino ad arrivare alla Cava della Montemerla.
“Pochi giorni fa – dice Daniela Cauli del Comitato No Tav Terzo Valico Tortona – è stato chiuso il cantiere Terzo VALICO di Voltaggio perchè alla Lauro Spa, una delle aziende che vi lavoravano, manca la certificazione antimafia. Come noi no tav andiamo dicendo da anni, l’opera è gestita dalle mafie. A Tortona, parte dell’area della cava Montemerla (10 metri di profondità, dove vorrebbero depositare 2.200.000 mt. cubi di smarino con amianto e sostanze tossiche di risulta dagli scavi del Terzo Valico, a due passi da scuole elementari e superiori, da un quartiere popoloso, con centro commerciale e diverse attività, case popolari e alta densità abitativa, in un’area peraltro esondabile) risulta di proprietà di aziende in qualche modo riconducibili al Gruppo Ruberto, quello del noto imprenditore tortonese sottoposto di recente ad un’interdittiva antimafi.”
Il serpentone NO TAV , fatto di donne uomini, anziani e bambini, persone di tutte le età, si è snodato per le vie della città, gridando al megafono i perchè dei NO all’opera: “come tutte le grandi opere – aggiungono altri esponenti del Comitato No Tav – anche il Terzo Valico (costo: 115 milioni di euro al Km) verrebbe finanziato con soldi pubblici, sottratti a sanità, pensioni, scuole, manutenzione del territorio e lavoro, soldi nostri. Pagheremmo dunque per essere avvelenati, giacchè nelle cave del nostro territorio (Montemerla, Castellotto 1 e 2, Castello Bollo, Castello Armellino..e sono solo le prime) potrebbe essere depositato lo smarino contenente amianto ed altre sostanze tossiche. A pochi passi da frutteti e campi coltivati! Inoltre in altre cave del tortonese sono già state bloccate diverse attività perchè il suolo è risultato inquinato in profondità da sostanza tossiche, in alta concentrazione: benzopirene, idrocarburi, cadmio, piombo. E’ il caso di Cascina Aliprandina e Località Viscarda, tra Castelnuovo, Sale e Tortona, a pochi km da Castello Armellino e dalle cave all’altezza dello svincolo autostradale.”
“La nostra lotta continua – conclude i no Tav – e NON ABBIAMO PAURA. Saremo noi a decidere modi e tempi della lotta,alla Montemerla ritorneremo, potete starne certi, così come ritorneremo ai cantieri, davanti alle reti e ad ogni lavoro del Terzo Valico. Non saranno i provvedimenti cautelari, le denunce o gli avvisi di garanzia a fermarci, perchè noi stiamo lottando per difendere la nostra terra (rischiamo una Terra dei Fuochi 2, il traffico di rifiuti tossici gestito dalle ‘ndrine è già in atto!). Più di 1800 tortonesi hanno chiesto con una petizione popolare (organizzata dal Comitato No Tav Tortona) di NON CONCEDERE il territorio per il traffico dei camion trasportanti amianto e scavi del Terzo Valico, nè l’uso delle cave per il deposito di amianto e sostanze tossiche. L’Amministrazione Comunale deve dare risposta e conto di tutto ciò ai cittadini: ci dicano se vogliono lasciare la gestione del territorio alla ‘ndrangheta! NOI IL TERZO VALICO NON LO VOGLIAMO! Tortona è nostra, la Valle Scrivia e le valli attraversate dall’opera appartengono alle popolazioni che le abitano. Intendiamo riprendercele e lottare per la difesa dell’aria, dell’acqua e della salute nostra e delle generazioni che verranno, per questo oggi eravamo in piazza a Tortona, per questo il 9 e il 10 luglio parteciperemo ai blocchi antiesproprio ad Arquata e a Serravalle. LI FERMEREMO: FUORI LE MAFIE DALLA NOSTRA TERRA!”
6 luglio 2014