La cascina Piccagallo ha una curiosa caratteristica, Antica proprietà dei Gesuiti, poi dei Marinetti (di cui faceva parte il fondatore del futurismo), di Urbano Rattazzi e ora dei Berri, viene attraversata dal confine Castelnuovo-Pontecurone, per cui le case dei salariati sul lato ovest sono castelnovesi, mentre la villa padronale è in territorio pontecuronese.
Qui nel dicembre 1833 nacque Carolina Feltri, la mamma di san Luigi Orione. Ottima l’idea di Gian Luigi Berri e della moglie di collocare una scritta lignea sull’ingresso che dava accesso alle stanze dei Feltri.
Ciò è avvenuto sabato pomeriggio, in una cornice splendida: sole, aria fresca, un gigantesco cortile perfettamente conservato, privo di capannoni, locomobili e antichi trattori disseminati qua e là, un gelso immenso, un museo di attrezzi di un tempo, l’angolo del selciatore (gli Orione praticavano questa professione), due mole del gualdo, un gruppo di oche che ha fatto da sfondo canoro per tutto il pomeriggio, asini, bardotti, cavallini, pecore, galline e anatre, mentre gli alberi e i tetti erano proprietà di una ottantina di pavoni. Presenti circa 150 persone, quasi tutte pontecuronesi, a cominciare dal sindaco e dal parroco. Una bella e meritata soddisfazione per la famiglia Berri!
Due gli interventi.
Maria Luisa Ricotti ha ricordato le vicende dell’antica cascina detta Piccagallo bruciata e delle tante famiglie che vi abitavano a rotazione. Ha detto dei contratti agrari che un tempo andavano da marzo a marzo per poi prendere come termine ultimo il giorno di San Martino. Una relazione sulla vita nelle cascine dell’Ottocento vivace e colma di spunti poco conosciuti.
È toccato poi a don Flavio Peloso settimo successore del movimento orionino.
Un discorso incentrato su quanto don Orione ha scritto o detto di sua mamma, una donna semplice ma con un forte senso della dignità e dell’onestà.
Una considerazione finale di modesta rilevanza: perché mancava un rappresentante ufficiale del Comune di Castelnuovo?
Antonello Brunetti
30 giugno 2014