Se non si ferma l’importazione selvaggia di riso a dazio zero la risicoltura subirà un tracollo permanente e con essa è a rischio tutto l’equilibrio idrogeologico di una vasta zona compresa tra il Po ed il Ticino.
Lo dicono Cia e Confagricoltura Alessandria in una nota diffusa mercoledì mattina.
“I dati sono significativi – dice Luca Brondelli di Confargricoltura – i prezzi di mercato delle varietà di riso Lungo B (indica), quelle che maggiormente e più direttamente subiscono la concorrenza dei risi di importazione dalla Cambogia e dal Myanmar, sono scesi in picchiata passando dai 26 euro al quintale dello scorso febbraio, agli attuali 22,5, e non coprono assolutamente, pur comprendendo l’aiuto diretto pac, i costi di produzione; inoltre esistono ancora ingenti quantitativi di prodotto nei magazzini dei risicoltori. Le importazioni di riso lavorato nell’Unione europea nell’ultima campagna di commercializzazione sono aumentate di 100 mila tonnellate, di cui 84 mila provenienti dai Paesi Meno Avanzati (PMA) e quindi a dazio zero. Nel mese di maggio 2014 il quantitativo importato dai PMA è più che raddoppiato rispetto allo stesso mese dello scorso anno.”
Per questo le Organizzazioni agricole Confagricoltura e Cia di Alessandria sollecitano la Commissione europea, che sarà chiamata a pronunciarsi sul Dossier, alla cui definizione le stesse Organizzazioni hanno contribuito fattivamente, che sarà a breve presentato a Bruxelles dal Ministero dello Sviluppo Economico (MISE), ad introdurre la clausola di salvaguardia ai sensi delle disposizioni del Regolamento Ue n. 978/2012 per porre un limite quantitativo alle importazioni di riso proveniente dalla Cambogia. Sollecitano quindi le Forze politiche europee a prendere in assoluta e seria considerazione quanto verrà presentato dal Governo italiano.
18 giugno 2014