Un pregevole mosaico ascrivibile presumibilmente al periodo della tarda antichità romana, approssimativamente coincidente al III secolo d.c. ovvero della grande crisi economico-sociale dell’Impero Romano, è stato rinvenuto nel corso di una serie di scavi in corso Roma.
Il mosaico è venuto alla luce durante gli scavi per ripristinare alcune tubature nel contesto del ‘Teleriscaldamento’
A darne notizia il presidente dell’associazione acquese no profit LineaCultura, Massimo Garbarino: “Abbiamo appreso da fonti qualificate della sensazionale scoperta di ambito archeologico avvenuta nel secondo tratto del centralissimo corso Roma, poco prima della ex caserma ‘Cesare Battisti’ per coloro che da corso Cavour si immettono in corso Roma in direzione del Palazzo municipale e di altre direttrici viabili – commenta Massimo Garbarino – :”La datazione ovviamente è ancora in fieri anche se il riferimento al turbolento periodo del III secolo dopo Cristo sarebbe avvalorato dalla presumibile presenza, nelle cantine di un palazzo signorile situato a poche decine di metri, di un mitrèo, ovvero di una sorta di tempietto dedicato al culto del dio solare Mitra, onorato presso le Legioni imperiali romane soprattutto nella parte orientale dell’Impero dei Cesari e giustificabile nella sua presenza nell’antica ‘Aquae Statiellae’ (o Statiaellorum, ndr) ossia l’odierna città di Acqui Terme, capoluogo dell’Alto Monferrato da una per ora fantomatica guarnigione di soldati Romani di provenienza sarmatica”.
Comunque, è ormai assodato da una serie a catena di ritrovamenti di pregevole materiale archeologico prettamente di epoca romana ad Acqui Terme che il perimetro complessivo della città romana fosse in realtà ben più vasto di quanto si pensasse a partire dagli anni sessanta del secolo scorso: “Lo dimostra il vasto parco archeologico purtroppo mal tenuto che si trova nei pressi della ex Kaimano di piazza Maggiorino Ferraris ove una serie di strade lastricate, muri di contenimento di abitazioni private e si presume anche di edifici di ambito pubblico quali templi o basiliche sono stati rinvenuti alcuni anni or sono nel corso degli scavi delle fondazioni per la realizzazione delle fondamenta di un condominio che ovviamente vista la rilevanza del ritrovamento non è stato più edificato”.
Ad Acqui inoltre è presente un monumento che caratterizza turisticamente e ovviamente storicamente la città medesima ovvero i resti dell’Acquedotto di epoca augustea di duemila anni or sono, restaurato e stabilizzato: sono quattro archi e due pilastri lungo il greto del fiume Bormida, oltre a otto pilastri poco tutelati per la verità visibili a circa ottocento metri verso l’area di campi coltivati e/o boschi di pioppi. E come non citare anche la piscina romana termale di Palazzo Valbusa, in corso Bagni, quest’ultima visitabile previo appuntamento con lo Iat turistico in determinati periodi della settimana, con riferimento in particolar modo alla stagione estiva e tardo primaverile
28 maggio 2014