Sono ormai due gli esemplari di lupo appenninico ritrovati morti a Spigno Monferrato in Località Turpino nelle ultime settimane.
Lo dicono le guardie zoofile dell’Enpa.
“Dai primi esami autoptici – dichiara Piero Rapetti capo nucleo guardie zoofile ENPA – risulta che il primo animale ritrovato, un maschio adulto di circa tre anni, sano, è stato con buona probabilità avvelenato. Il secondo ritrovato a poca distanza dal precedente ormai in stato di decomposizione deceduto presumibilmente nella stessa data e circostanza di quello precedente. Chi sparge esche avvelenate? In terreni agricoli e boschi tali pratiche sono effettuate per proteggere la fauna selvatica cacciabile (fagiani e lepri) dai cosiddetti “nocivi”, volpi, mustelidi e anche lupi che hanno il torto, per i sostenitori della caccia, di cibarsi di altri animali. Oppure per contenziosi tra tartufai e tra cacciatori per la fruizione della medesima porzione di territorio. Tali atti sono comunque reati penali puniti dalla legge che modifica il Codice Penale introducendo il Titolo IX / Bis “Dei delitti contro il sentimento per gli animali”.
Le guardie zoofile ribadiscono che dal 2008 è stata emanata un ‘Ordinanza Ministeriale “Norme sul divieto di utilizzo e di detenzione di esche o bocconi avvelenati” che, rinnovata recentemente, oltre a connotare dettagliatamente le fattispecie relative a questo atto criminale, chiama in causa vari soggetti e figure istituzionali coinvolti nell’attività di contrasto, di controllo e di prevenzione.
“Tra queste figure – conclude Rapetti – il sindaco del Comune ove sono accertati casi di avvelenamento o di sospetto avvelenamento di animali sia selvatici che domestici, deve attivare una procedura che prevede l’avvio e il coordinamento di indagini, bonifica, segnalazione con cartellonistica e intensificazione dei controlli.”