Ci sono parecchie incongruenze sui fatti avvenuti sabato pomeriggio ad Arquata Scrivia che aprono forti interrogativi su come la tensione stia salendo anche nella nostra zona. Fatti anomali che meritano un approfondimento.
Innanzi tutto la violenza: non era mai accaduto nelle precedenti manifestazioni svoltesi in provincia, che si verificassero scontri tra la gente e la polizia, così come non era mai avvenuto – ci risulta – che la polizia si fosse presentata in divisa anti sommossa così numerosa.
Cosa c’era di diverso sabato, rispetto alle altre manifestazioni pacifiche del popolo dei No Tav che era riuscito a portare in strada un numero di persone anche 4-5 volte superiore?
Perché così tanti poliziotti e in assetto antisommossa con scudi, caschi, manganelli e lacrimogeni?
Proviamo a dare delle risposte cercando di analizzare i fatti in maniera equidistante.
Innanzi tutto l’azione dei No-Tav che rispetto ad altri interventi ha raggiunto un grado di escalation notevole: tagliare le recinzioni di un’azienda privata è reato, così come è reato lanciare sassi e bottigliette contro le forze di Polizia. Una violenza che non appartiene certo alla maggiorparte delle persone che sono sempre scese in piazza pacificamente per manifestare il loro dissenso verso un’opera (il Terzo Valico) che ritengono inutile e dannosa, un vero e proprio spreco di denaro pubblico.
Non sappiamo cosa sia cambiato sabato: infiltrati violenti tra il popolo dei No Tav? La consapevolezza da parte dei manifestanti che malgrado le loro proteste l’opera sta per essere ugualmente realizzata e quindi era necessario alzare i toni nella speranza di cambiare qualcosa? Tutto questo anche se in val di Susa l’obiettivo non è stato raggiunto? L’esasperazione degli abitanti della zona che evidentemente si sentono impotenti di fronte ad un’imposizione da parte dello Stato?
Nessuno lo ha detto.
Sappiamo invece perché la Polizia rispetto ad altre manifestazioni, era presente in forze ed in divisa antisommossa con la presenza di corpi speciali appositamente addestrati “perché – dicono in Questura – avevamo avuto segnali che sarebbe potuto accadere qualcosa. Leggendo i siti dei No-Tav e gli avvisi di convocazione alla manifestazione si capiva che la situazione poteva diventare pericolosa e quindi abbiamo preso le giuste precauzioni.”
Aldilà delle motivazioni di una o dell’altra parte, rimane il fatto che quelle che dovevano essere manifestazioni pacifiche diverse da quelle violente avvenute in Val di Susa e che erano state il fiore all’occhiello della protesta No-Tav in provincia di Alessandria, si stanno rivelando uguali a quelle tanto aborrate.
L’impressione è che questo sia solo l’inizio di un escalation di violenza che non si ancora dove potrebbe finire.
Speriamo di sbagliarci.
6 aprile 2014