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Domenico Di Filippo

In questa democrazia rappresentativa, il cittadino delega appunto un suo rappresentante all’interno delle istituzioni, per tutelare i propri interessi. Cosa succede nella realtà? L’eletto, una volta votato, esercita a suo piacimento quel diritto di rappresentanza che gli elettori gli hanno affidato.

Per l’ennesima volta, sono stato costretto a rimandare la commissione da me presieduta, per mancanza di numero legale, nonostante un congruo preavviso. Ora non posso che manifestare la mia amarezza per la palese mancanza di dedizione al lavoro in corso e di rispetto per quei cittadini che avevano riposto fiducia nei loro rappresentanti. Come Presidente della Commissione di Indagine sulle Partecipate di Alessandria, lavoro al suo interno con alcuni commissari (e dico alcuni, perché altri non sentono la necessità di rappresentare i cittadini che li hanno votati) per realizzare il mandato ricevuto.

Se il fenomeno dell’assenteismo fosse saltuario, non avrei avuto nulla da eccepire, ovviamente, ma il suo ripetersi puntualmente da ormai molti mesi, mi ha spinto, in accordo con il Vice Presidente della commissione, a rendere partecipe la cittadinanza della mia insoddisfazione. Si tratta anche di un atto doveroso nei confronti di quest’ultima, che ha pieno diritto di vedere i risultati di un lavoro, così complesso e impegnativo per i commissari che si dedicano letteralmente anima e corpo per riuscire a portarlo a termine.

E dire che basterebbe poco per essere coerente con il proprio mandato. Sarebbe accettabile se taluni commissari, ritenendosi troppo oberati dagli impegni assunti, presentassero le dimissioni per cedere il passo ad altri consiglieri. Certo, il problema si risolverebbe molto più semplicemente, se tutti i commissari trovassero la volontà di dedicare tempo ad un oggetto di indagine così strategico ed eterogeneo.

Qui ribadisco, come in tanti miei interventi precedenti, che le commissioni, in genere, servono per preparare i lavori e le delibere da portare nei consigli comunali. Da mesi, però, non si riesce più a lavorare. Ci si ritrova costretti ad un banale sopravvivere sull’emergenza immediata da sottoporre all’approvazione dei vari consigli. Tutti gli eletti si trasformano così in semplici “passacarte” della Giunta.

Prova ne è, che la Commissione da me presieduta, ha proposto la modifica del regolamento dello Statuto Comunale, sulla base di proposte contenute nella relazione finale sull’indagine Amag, Nonostante i solleciti ricevuti anche dal Segretario comunale, la macchina di questa amministrazione è del tutto ferma. Non convoca nessuno, non affronta nessun tipo di problema.

Ricordo anche la sorte destinata alla Commissione Affari Istituzionali, che lavora solo per una gestione corrente del quotidiano. Un grandissimo lavoro era stato, invece, avviato fino ad oltre sei mesi fa, per allargare la partecipazione dei cittadini alla cosa pubblica, attraverso la costituzione dei quartieri in sostituzione delle circoscrizioni.

Potrei continuare passando in rassegna le altre commissioni una ad una, mi limito a concludere che Alessandria, in questo momento di sofferenza dei suoi cittadini, ha bisogno di ben altro impegno e dedizione agli strumenti di amministrazione che possono costruire il cambiamento.

La coerenza con un mandato personale ricevuto in favore della nostra città, deve avere la priorità su tutto. Assumersi impegni che non si riescono poi a portare a termine, significa non avere rispetto per la città.

Domenico Di Filippo – Presidente Commissione di controllo delle Società Partecipate


10 gennaio 2014