“È alla Casa di Reclusione di Alessandria che è avvenuta l’ennesima aggressione ai danni del personale di Polizia Penitenziaria”. La denuncia arriva da Vicente Santilli, segretario per il Piemonte del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria: “Nella giornata di ieri, dopo pranzo, mentre i detenuti venivano inviati verso i cortili per fruire della permanenza all’aperto, uno di loro si è avvicinato al personale di sorveglianza iniziando ad insultarlo e minacciarlo di aggressione ai suoi danni e dei suoi familiari. Con professionalità, l’agente ha cercato di riportare alla calma il nordafricano di origine marocchina ma questo ha prima provato a colpire il collega con una testata, per poi riuscire ad attingerlo con due pugni. Non pago, ha anche estratto una lametta con cui ha minacciato l’agente.  Solo l’immediato intervento di ulteriore personale ha impedito che gli agiti del detenuto avessero ulteriori conseguenze”. Santilli si domanda: “Come si può tollerare che queste situazioni siano praticamente quotidiane all’interno delle carceri del nostro Paese e che ogni giorno le donne e gli uomini della polizia penitenziaria siano esposti a tutto questo? Analogamente, è intollerabile anche che queste cose accadano nei confronti del personale sanitario nei Pronto soccorso o delle forze di polizia operanti sul territorio anche se – a nostro avviso – nelle carceri è peggio perché vi si concentrano tutto il disagio, l’ignoranza, la violenza e lo sprezzo delle regole che l’aver commesso dei reati porta con se. Urgono interventi importanti da parte del governo. È necessario che da un lato venga affrontato il problema del sovraffollamento delle carceri e, contestualmente, venga fronteggiato il continuo crescere di violenza nella società che troppo spesso vede coinvolta quella parte di popolazione straniera che sembra non volersi adeguare alle norme vigenti nel nostro Paese”, 

Solidarietà e vicinanza a tutto il Reparto di Polizia Penitenziaria del carcere di Alessandria arriva anche da Donato Capece, segretario generale del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria, che torna a sollecitare “interventi urgenti e strutturali che restituiscano la giusta legalità al circuito penitenziario intervenendo in primis sul regime custodiale aperto. Bisogna applicare ai violenti l’arresto in flagranza di reato per i detenuti che aggrediscono poliziotti penitenziari o mettono in grave pericolo la sicurezza del carcere, il carcere duro con isolamento fino a 6 mesi (articolo 14 bis dell’Ordinamento penitenziario) ed il trasferimento immediato in particolari sezioni detentive a centinaia di chilometri dalla propria residenza, come prevede il successivo articolo 32 del Regolamento: chiediamo anche per la Polizia Penitenziaria la dotazione del taser, che potrebbe essere lo strumento utile per eccellenza in chiave anti aggressione (anche perché di ogni detenuto è possibile sapere le condizioni fisiche e mediche prima di poter usare la pistola ad impulsi elettrici)”.