Lunedì 03 febbraio, presso la Sala Romita del Comune di Tortona, ha preso avvio il nuovo ciclo di appuntamenti di approfondimento storico per le classi 5^AC Servizi Commerciali e 5^AR Amministrazione, Finanza e Marketing dell’I.I.S. Marconi con gli esperti di storia Avv. Corrado d’Andrea e Matteo Leddi. 

  L’incontro si è aperto con una presentazione sulle cause scatenanti della Grande Guerra: in un vivace scambio di interventi, che ha mantenuto viva l’attenzione e la partecipazione degli studenti,  D’Andrea e Leddi hanno inquadrato il panorama storico del periodo post risorgimentale e le politiche degli Stati europei del primo Novecento. Puntuale ed incisiva l’analisi delle circostanze che portarono alla nascita del fenomeno del nazionalismo, con la corsa agli armamenti e l’effetto domino scatenato dall’attentato di Sarajevo; i due relatori hanno fornito importanti spunti di riflessione sull’attualità politica e storica: in particolare, D’Andrea ha sollecitato gli studenti ad una riflessione consapevole sulla propaganda politica del tempo, che ebbe facile presa su persone giovani e senza esperienza, come i volontari arruolati della Grande Guerra, non diversi da noi studenti stessi. Se abbiamo la fortuna di non dover affrontare gli orrori di un conflitto mondiale in prima linea, tutti siamo comunque sottoposti quotidianamente a forme di propaganda.  Mentre sfogliavamo gli album fotografici portati da Leddi, colmi di visi giovani e ignari, D’Andrea  ha commentato con lucida ironia: “non vorrei vedere le vostre facce su questi album tra 100 anni”. Questa frase ha come presupposto un ragionamento lineare: dovremmo utilizzare i periodi di pace per evitare quelli di guerra, non facendoci convincere da ideologie di nessun genere, ma cercando di formare un nostro pensiero equilibrato. Eppure, questo ragionamento lineare sembra non aver retto la prova del tempo: durante gli anni precedenti al primo conflitto mondiale, ovvero un periodo di pace, l’industria bellica ha raggiunto il picco dell’innovazione tecnica. È inquietante pensare che l’intelligenza umana sia stata sfruttata al suo massimo per prepararsi a distruggere altri individui, ma è allo stesso tempo sorprendente quanto le condizioni disumane create dall’uomo stesso lo abbiamo spinto oltre i suoi limiti d’ingegno. I soldati, entrati in guerra come adolescenti sprovveduti, hanno scavato trincee nei ghiacciai perenni e nelle rocce del fronte italiano, hanno vissuto anni nel gelo, hanno passato notti insonni costellate dai razzi d’allarme e da bombardamenti, hanno costruito sistemi logistici in grado di far arrivare divise, posta e viveri sulle vette delle Alpi, hanno disperatamente diviso la loro esistenza tra doveri, onore, eroismo ed umane paure.  La loro generazione è stata quasi cancellata.


 Grazie alla collezione di cimeli storici di Matteo Leddi, gli studenti hanno potuto vedere da vicino le prove della capacità di adattamento che contraddistingue l’uomo: giubbe, elmetti, gavette, scatolette che componevano il rancio quotidiano, borracce e kit medici, tutti elementi che costituiscono la massima espressione dell’ingegneria dell’epoca, dedita alla distruzione tanto quanto alla sopravvivenza. Ma nonostante l’opportunità di toccare con mano gli equipaggiamenti bellici italiani e austriaci, per noi l’immedesimazione totale è stata impossibile: dovremmo esserne grati. 

  Dall’incontro con i due giovani esperti di storia, possiamo trarre una conclusione: parlare di storia vuol dire parlare di uomini, non necessariamente di grandi personaggi. Sta a noi decidere come il tempo ci giudicherà.

  5^AR Amministrazione, Finanza e Marketing