Martedì 7 gennaio aprirà nella Sala delle Colonne del Museo della Gambarina la Mostra fotografica “Il Tuono e la Piana” dedicata al trentennale dell’Alluvione 1994.
Quindici pannelli e un gran numero di foto con relative didascalie illustreranno i momenti essenziali dell’alluvione 1994 a San Michele. La mostra rimarrà aperta per tutto gennaio. Durante l’apertura sarà fissato un incontro di presentazione con gli autori e un tal show dedicato al ruolo delle Circoscrizioni – in particolare la Nord – durante l’evento del novembre 1994 e nei mesi successivi.
Alcune informazioni sulla mostra che ha già avuto una prima esposizione nella Chiesa parrocchiale di San Michele dal 1° novembre all’8 dicembre 2024.
“Mons. Ivo Piccinini, Piercarlo Fabbio e a Natalino Ferrari sono gli autori di una mostra fotografica dal titolo: Il Tuono e la Piana. Il Tuono, come ormai si sa, è il nome antico di Tanaro, mentre la Piana è la grande area di San Michele, che sorge nei pressi della Cittadella, è bagnata dal Tanaro e giunge fino alle colline monferrine di Castelletto e Quargnento. Un’area vastissima che nel 1994 era stata quasi totalmente interessata dal fenomeno alluvionale.
La mostra si compone di una quarantina di fotografie, riprodotte in grande formato, raccolte in quindici pannelli.
Gli autori spiegano il percorso visivo delle immagini in rassegna: ‘Nulla di esaustivo, nulla di manieristico. Ciò che rimane negli occhi, nei cuori, nelle menti della gente è ben più di ciò che traspare dalle datate immagini ricavate da improbabili archivi familiari, da libri ormai consunti dal tempo incalcolabile delle biblioteche. Chi ha vissuto e guarda non può non notare come le fotografie vengano dopo l’ondata, l’acqua che entra nelle case, il Tuono che invade il sobborgo con
violenza ed impeto. Sturm und drang.
Eppure, riguardare questi spezzoni di memoria riconduce ad emozioni antiche, pur mitigate dall’azione degli anni, ripropone ansie e paure vere di momenti arpionati dalla cronaca spezzettata di quei giorni e passati alla
storia della Piana.’
Perché ‘nulla di esaustivo’, che sono le prime parole che ad inizio mostra la caratterizzano? Perché nel 1994 non c’era ancora il delirio dell’immagine che oggi siamo abituati ad affrontare grazie all’aiuto degli smartphone. In allora i telefonini,
pochi e poco diffusi, erano appunto solo “telefoni” e le macchine fotografiche, che ognuno aveva in casa, erano state imbracciate solo a fatti avvenuti. Mentre arrivava l’ondata limacciosa del fiume, a prevalere erano stati spavento e paura, e la documentazione dell’evento ci sarà, ma solo dopo molte ore. Per cui la mostra riflette su questa modalità di approccio alla fotografia e la mette in risalto, sapendo che mente e cuori dei sopravvissuti trattengono ben più ricordi di quanto quelle immagini forniscano.