Adolfo inizia l’attività di calciatore quando i Grigi giocano contro il Milan, nella prima partita del campionato di calcio del 1914-1915.

È il più giovane dei protagonisti, molto promettente, del resto la sua carriera annota 47 volte in nazionale, ha 28 presenze di capitano degli azzurri nelle dispute oltre i confini.


Disciplinatissimo, molto tattico, organizzato, eccellente creatore del gioco, all’occasione esecutore per segnare, o far segnare, la rete: insomma una realizzazione d’insieme, come riporta l’Enciclopedia Alessandrina I Personaggi, edita da Il Piccolo.

È stato un campione di matrice unica, uno dei cervelli più raffinati d’aver calcato i campi, sorto spontaneamente, senza inutili orpelli, pur restando concreto, prodigo di volontà, da riuscire a oltrepassare, porta e portiere     

Questo suo modo d’essere lo ha portato sempre, sin dalla prima partita, a superare i colleghi scritturati dalle più ragguardevoli Società del suo tempo, quali Torino, Juventus; Casale, allora all’apice delle classifiche.

I Grigi hanno raggiunto il primo posto nel Girone B, sconfiggendo Pro Vercelli e Bologna, allora davvero ai vertici del Campionato. Balonceri compie 28 anni.

La gara Alessandria contro Zurigo rafforza i rapporti con la squadra di casa, in occasione dell’inaugurazione dello stadio di Grasshopers: una partita laddove Balon segna due delle tre reti per sottolineare la superiorità sui campi stranieri.

 Indossa la maglia grigia, per l’ultima volta il 23.4.1944 per giocare l’ultima partita ufficiale nelle file dei Grigi, i cui tifosi rammentano quel triste sabato, in piena guerra mondiale quando, appena terminato l’appello, la sirena suona, si rimanda la partenza di qualche tempo.

Tutto è pronto per ripartire mancano due nomi, non si può attendere! Il nostro Balon, reclutato nel ruolo di Commissario Tecnico, per tutto il viaggio pensa alla mancanza dei due uomini lasciati forzosamente a terra … arrivando negli spogliatoi lo vediamo vestito con la maglia grigia, disposto a colmare i due calciatori lasciati a terra.

                                                                                           Franco Montaldo