A testimonianza dell’amicizia che lega la Biblioteca civica Tomaso De Ocheda e il Lions Club Tortona Castello in nome della cultura aperta a tutti e per tutti, continua la bella collaborazione che nel corso dei 30 anni di vita del club ha permesso il recupero di tante opere d’arte, documenti e mappe antiche, ora fruibili nei musei cittadini o nell’archivio comunale.

Ricordiamo ad esempio i contributi per il restauro del soffitto ligneo della Sala inferiore di Palazzo Guidobono, il tetto della chiesa di S. Giovanni a Pontecurone, l’acquisto di un corpus di spartiti perosiani donati al museo diocesano, la realizzazione della versione tridimensionale di un quadro di A. Barabino a beneficio degli ipovedenti, il restauro ddi un’antica mappa del territorio tortonese e tanto, tanto altro che sarebbe troppo lungo elencare.


L’ultimo contributo in ordine di tempo è stato finalizzato ad un intervento di estrema urgenza per la messa in sicurezza de “La congiura dei Pazzi” del pittore tortonese Giuseppe Savina (1824-1849), un grande e importante dipinto a olio su tela che era stato già oggetto di restauro nel 1993, ma in modo piuttosto invasivo: praticamente la tela era stata “rifoderata”, cioè era stata incollata una nuova tela sul retro di quella originale, applicandola con colla-pasta a caldo e con una stiratura che, eseguita senza un controllo puntuale della temperatura apportata, ha provocato danneggiamenti a carico della pellicola pittorica e della sottostante preparazione a gesso e colla, generando sollevamenti della pellicola pittorica, con distacco di scaglie di colore dalla tela.

Dopo l’intervento di messa in sicurezza eseguito dal laboratorio di restauro Gabbantichità di Tortona, il quadro è tornato perfetto, pronto per essere ammirato a partire dal 21 dicembre fino al 26 gennaio 2025 presso la Pinacoteca civica, insieme agli altri dipinti di Savina, a 200 anni dalla nascita del pittore, avvenuta a Tortona nel 1824. “La congiura dei Pazzi” fu donata dall’autore al Comune di Tortona nel 1846. Un dono che fu anche un segno di riconoscenza, infatti Giuseppe Savina, proprio grazie al contributo dell’Amministrazione di Tortona,  aveva potuto frequentare l’Accademia di Brera. Allievo di Francesco Hayez, negli anni ‘40 dell’Ottocento, in pieno Risorgimento, si dedicò alla rappresentazione di soggetti storici legati alle tematiche nazionali, come quello de La congiura dei Pazzi, che richiama il tentativo del 1478 da parte della famiglia fiorentina dei Pazzi di attentare alla vita di Lorenzo de’ Medici, tiranno della città di Firenze. Il titolo del quadro è lo stesso dell’omonima tragedia di Vittorio Alfieri, che in quesgli anni veniva rappresentata nei teatri italiani. La congiura, com’è noto, si concluse con il ferimento di Lorenzo il Magnifico e l’assassinio del fratello Giuliano, ma l’insuccesso del complotto servì in realtà a rafforzare il potere e la popolarità dei Medici, decretando conseguenze durevoli sull’equilibrio politico dell’Italia fino alla fine del Quattrocento. La scelta di questo fatto storico da parte di Savina costituiva, a metà ‘800, un chiaro messaggio politico per la libertà dell’Italia dagli oppressori stranieri.

Giuseppe Savina, l’anno dopo la donazione del quadro al Comune, nel pieno della prima guerra d’Indipendenza, lasciò Tortona e si trasferì per due anni a Roma. Rientrato in città nel 1849, iniziò qui la sua ultima opera, San Francesco di Sales, che rimase incompiuta a causa della prematura morte in quello stesso anno dell’artista tortonese, insigne rappresentante  della poetica storico-romantica dell’ ‘800, per  l’apporto stilistico, formale e tematico indubbiamente mediato da Francesco Hayez, suo grande maestro.

                                                                                               Marialuisa Ricotti