È il 16 novembre dell’anno 1956 quando Carmine decide di proporre la pizza in Alessandria Gli alessandrini diffidenti per natura accolgono con parecchio tepore questa esordiente iniziativa

La nostra città, oltre sessant’anni or sono, ha fra le sue risorse economiche il primo forno per la pizza, voluto da Carmine Bordese.


L’inizio non è dei più floridi, è sconcertato nel trovare una città tanto refrattaria alle novità.

Figurarsi la pizza, un cibo ben lontano dalle tradizioni locali.

Le sue Margherite, le Napoli, le Marinare, ecc… seppure sfornate con sapiente maestria, ottime di gusto, dal profumo invitante hanno pochi estimatori.

Il locale aperto in via Modena è frequentato da giovani meridionali, arrivati in Alessandria ad assolvere il servizio militare i quali sono i primi frequentatori del nuovo locale.

Raccontata oggi, con un po’ di ironia: … sembra incredibile, eppure temevo di non farcela, nonostante la buona volontà. Ho insistito, a poco a poco i fatti mi hanno dato ragione…. Ben pochi alessandrini si fermavano ad assaggiarle: diffidenti, e abituati solo alla bell’e calda, ossia la farinata tanto amata dal professor Umberto Eco, nemmeno gratis erano disposti a gustare le mie pizze. I primi tempi furono davvero durissimi.

Dunque la famiglia Bordese ha festeggiato i sessant’anni di attività, un anniversario importante nonostante questi inizi poco incoraggianti, questo è indice di meritoria costanza , passione per il lavoro, soprattutto è la ferma convinzione nel credere sulle potenzialità della propria professione.

Carmine è in perfetta sintonia con il suo passato, è ancora attivo vicino al suo forno di Spinetta Marengo.

Ricorda quando è giunto nella nostra terra, nel 1954, da Tramonti un piccolo centro  in provincia di Salerno, costì ha lavorato come venditore, porta a porta, di mozzarelle arrivate con il treno ogni mattina, poi sul treno, diretto a Genova per venderle.

Un inizio non certo facile trasformato, un paio d’anni dopo, nell’attività di pizzaiolo con la moglie Santina, conosciuta giovanissima, nella festa di Lobbi.

                                                                                 Franco Montaldo