“La vana rincorsa all’innaturale e impossibile uguaglianza tra gli individui genera appiattimento e omologazione, bruttura e miseria, esaltiamo le diversità, che rendono unici gli individui e le culture, incoraggiamo le eccellenze e celebriamo il merito, perché Uno non vale Uno e la libera iniziativa individuale deve trovare l’unico limite nella legge morale e nel rispetto degli altrui diritti.
Una società che dà pieno e libero sfogo alle eccellenze individuali e collettive è la sola in grado di produrre bellezza e ricchezza.”

Solo alcune delle idee principali sulle quali si fonda “Rinascimento” il progetto che l’imprenditore e critico d’arte Luca Sforzini farà partire in autunno da suo Castello di Tortona allo scopo di valorizzare il grande patrimonio che possiede l’Italia e la sua grande cultura partendo dai piccoli luoghi come le province di Alessandria e Pavia per poi raggiungere dimensioni sempre più grandi.


Un nuovo progetto che dice “BASTA” all’appiattimento e all’uguaglianza perché non portano da nessuna parte. Sono infatti le diversità che danno valore agli individui, che forgiano nuove culture, nuovi pensieri, nuove idee, nuove opere d’arte destinate a cambiare la società perché quando una società è tutta uguale si appiattisce e muore.

Chi ama la vita, l’arte e l’inventiva non può assistere inerme al declino verso il quale ci stiamo dirigendo: è necessario fare qualcosa, attivarsi, rendersi utili, agire.

“La carta di Fondazione di “Rinascimento” che pubblichiamo di seguito, è UNA PARTE del progetto che verrà presenteremo in autunno in due conferenze stampa: una a Pavia, una ad Alessandria – dice Luca Sforzini – perché una società complessa richiede un pensiero semplificatore, NON un pensiero semplice.”

RINASCIMENTO Carta di fondazione

Troppo a lungo l’Italia si è attardata indebolendo le sue eccellenze per cercare di rafforzare le sue debolezze. Invano.
Questa impostazione va capovolta.
È il momento di esaltare le specificità. Nazionali e personali.
Noi esaltiamo le diversità, che rendono unici gli individui e le culture. Noi incoraggiamo le eccellenze. Noi celebriamo il merito.
Uno NON vale uno.

Noi affermiamo l’assoluta centralità dell’individuo con le sue forze e con le sue debolezze, con le sue vittorie e con le sue sconfitte: tutte feconde di valore e insegnamento. Pertanto rigettiamo con forza la sottocultura del piagnucolio, l’ignava lamentela di fronte all’impegno, il rifiuto del voto.
L’individuo va misurato: a scuola, nel lavoro, e nello sport. Va giudicato, va soppesato, va esaltato o dimensionato in proporzione ai suoi meriti, talenti, capacità reali: in questo la razza o le preferenze sessuali, falsi argomenti di distrazione di massa, sono del tutto irrilevanti.
Il cittadino va reso pienamente libero di esprimere tutte le sue potenzialità e di dare il suo contributo alla società senza alcuna briglia.
Troppo a lungo abbiamo cervelloticamente regolato ogni respiro dei cittadini. Abbiamo sacrificato ogni libera iniziativa sull’altare del divieto. Ci siamo autolimitati, frenati, flagellati.
Abbiamo pensato solo a proibire.
Questo totem va abbattuto.
La libera iniziativa individuale deve trovare l’unico limite nella legge morale e nel rispetto degli altrui diritti.
Una società che dà pieno e libero sfogo alle eccellenze individuali e collettive è la sola in grado di produrre bellezza e ricchezza.
La vana rincorsa all’innaturale e impossibile uguaglianza tra gli individui genera appiattimento e omologazione, bruttura e miseria.

– Due passi indietro per lo stato, un passo avanti per i cittadini.

Lo stato come lo conosciamo oggi ha fallito, soprattutto in Italia.
Ha fallito perché ha confuso lo strumento con il suo scopo, diventando una costosa e cervellotica macchina inutile – autoreferenziale e chiusa in autodifesa corporativa.

Ha fallito perché per alimentarsi ed espandersi ha ficcato le sue insaziabili grinfie nelle tasche dei cittadini cavandone fino all’ultimo spicciolo, disincentivando così l’onesta iniziativa privata.

Ha fallito perché nei suoi ranghi ha spesso reclutato il peggio della società, offrendo stipendio sicuro e tutela assoluta a mediocri e fannulloni. Ha mortificato le sue eccellenze respingendo i migliori dalla pubblica amministrazione e persino dalle competizioni elettorali.

La Grande Macchina Inutile fa ormai selezione al contrario. Va rottamata. Con urgenza.

Lo stato deve limitarsi a proteggere i diritti di proprietà, la privacy, la libertà di transazione, la libertà di associazione e la libertà di parola, i confini. Null’altro.

La ritirata dello stato chiama ad una forte assunzione di responsabilità dei migliori tra i cittadini.

I migliori che, per disgusto e rassegnazione, si sono assentati dalla vita pubblica e politica – coltivando interessi economici personali e famiglia – sono chiamati a muovere rapidamente un passo in avanti verso la Repubblica.

– L’Italia, dentro e fuori. Sui tetti del mondo.

Ciò che rende grande l’Italia nel mondo è un enorme valore immateriale, il suo vero patrimonio: la sua Bellezza, la sua Arte, la sua Storia e Cultura.
L’Italia è, tutta intera, uno straordinario museo a cielo aperto, arricchito da innumerevoli diversità ed eccellenze.

Chiunque ha avuto esperienza di come la straordinaria bellezza a cui siamo ormai assuefatti ti sorprenda in Italia dietro l’angolo anche d’ogni piccolo borgo, come spunti all’improvviso dopo la curva di una stradina di campagna, in forma di Castello o palazzo storico di struggente bellezza, o di paesaggio naturale unico al mondo. È una diffusa, straordinaria Bellezza, ineguagliabile e straordinariamente fragile. Una Bellezza che va protetta, responsabilizzando e sensibilizzando cittadini e turisti: questo immenso valore va difeso.
Una Bellezza che va raccontata e promossa nel mondo, puntando sulla qualità più che sulla quantità: vedere Roma o Firenze invasi da chincaglierie, fastfood di grandi catene e spacci di ciarpame, non valorizza nulla. È come mettersi a rincorrere il prezzo del vino sfuso, anziché puntare su Buttafuoco, Barbaresco o Brunello.

L’Italia ha una fortissima identità culturale universalmente riconosciuta nel mondo, che va protetta e tutelata verso l’esterno – pretendendone il rispetto: le differenze tra popoli, nazioni, culture e rispettive storie sono profonde, durevoli e meritevoli di valorizzazione almeno quanto le loro somiglianze. In questo, i “confini” vanno strenuamente difesi.

Altrettanto, al suo interno, uniche e straordinarie sono le specificità regionali e locali – che pure vanno esaltate e valorizzate come patrimonio irrinunciabile.

L’Italia ha un giacimento inesauribile: la Grande Bellezza. Sembra non rendersene conto. È ora di urlarlo sui tetti del mondo.

#RINASCIMENTO