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Pfas nel sangue degli alessandrini, una lettera alla Regione Piemonte

Pubblichiamo di seguito la lettera che StopSolvay, Greenpeace e Ànemos hanno inviato oggi alla regione Piemonte

Al Presidente della Regione Alberto Cirio,
All’Assessore alla Salute Federico Riboldi,
Con la presente, intendiamo esprimere la nostra profonda preoccupazione per le crescenti evidenze circa la massiva
contaminazione da PFAS (sostanze poli e perfluoroalchiliche) nel nostro territorio, un fenomeno che da tempo mette a
serio rischio la salute dei cittadini dell’alessandrino e di molte aree della Regione. Intendiamo inoltre condividere con
voi i risultati allarmanti evidenziati dalle analisi autofinanziate dai cittadini per rilevare la presenza di PFAS nel proprio
sangue. Per queste ragioni sollecitiamo un incontro urgente e una presa di posizione decisa e trasparente da parte
delle istituzioni regionali.
La situazione attuale e la nostra richiesta
I PFAS sono sostanze chimiche di sintesi, persistenti e bioaccumulabili, causa di gravi effetti negativi sulla salute, tra
cui alcune forme tumorali, problemi tiroidei e disfunzioni del sistema immunitario. Le numerose pubblicazioni
scientifiche sull’impatto sanitario dei PFAS hanno spinto per ben due volte (2022 e 2024) i cittadini alessandrini ad
attivarsi autonomamente per sottoporsi alle analisi per verificare la presenza di PFAS nel proprio sangue. Già nel 2022,
infatti, l’inchiesta giornalistica della RTBF, televisione belga, in collaborazione con il comitato Stopsolvay e l’Università
di Liegi effettuò uno studio su un campione di 50 cittadini residenti ad Alessandria e nella frazione di Spinetta
Marengo. In questi ultimi la quantità del solo PFOA (Acido Perfluoroottanoico, oggi noto cancerogeno) risultò da 5 a
10 volte superiore ai 2 ng/ml (nanogrammi/millilitro): concentrazione oltre la quale possono verificarsi effetti avversi
sulla salute. Questa primavera i comitati locali Ànemos, StopSolvay e l’associazione Greenpeace Italia si sono attivati
per dare la possibilità a 36 cittadini alessandrini per effettuare le stesse analisi. Anche in questo caso, tutte le analisi
hanno mostrato concentrazioni superiori alla soglia di sicurezza (2 ng/ml) e, in alcuni casi, fino a 10 volte superiori.
Questi dati, pur non essendo parte di un biomonitoraggio, evidenziano una situazione sanitaria di elevata gravità e
fuori controllo. Nonostante le evidenze scientifiche ormai confermate a livello internazionale, le preoccupazioni
sollevate dalla popolazione e dalle associazioni non trovano adeguato riscontro nelle risposte istituzionali. Ne è prova
lampante il biomonitoraggio che la Regione stessa ha avviato e che finora ha coinvolto un numero irrisorio di cittadini
(29). Queste risultanze saranno incomplete e insufficienti a stimare la reale portate della contaminazione e gli impatti.
Un ciclo di negligenza e silenzio da interrompere
Negli ultimi decenni, il nostro territorio ha subito numerosi disastri ambientali che hanno lasciato cicatrici profonde
nelle nostre comunità. Il caso dell’amianto di Casale Monferrato è emblematico: per anni, le istituzioni hanno tardato
ad intervenire in modo adeguando, causando gravi ripercussioni sulla salute della cittadinanza. Storia ancora più
vecchia è quella dell’ACNA di Cengio: la lentezza e la reticenza istituzionale hanno consentito a una “piccola” azienda
di contaminare il territorio e le acque di diverse falde e bacini causando danni all’ambiente e alla salute pubblica.
Questi due esempi devono essere un monito e spingere gli attuali amministratori a non tergiversare e prendere
decisioni concrete e immediate, soprattutto in presenza di evidenze sufficienti e inequivocabili. Finora, purtroppo,
anche nel caso PFAS ravvediamo la stessa inerzia istituzionale con gruppi di cittadini che si sostituiscono a quelle
pubbliche amministrazioni il cui ruolo dovrebbe essere tutelare, in modo adeguato, la salute pubblica, il territorio e il
futuro delle persone.
Per impedire che questa dinamica continui a ripetersi anche con la contaminazione da PFAS Chiediamo che la Regione Piemonte prenda, senza più
indugi, una posizione chiara e decisa in merito a questa emergenza. Perciò chiediamo:


Trasparenza nella comunicazione dei dati relativi alla contaminazione ambientale, alimentare e delle
persone, con aggiornamenti regolari da parte di ARPA e ASL accessibili ai cittadini e che riguardino tutte le
aree della Regione in cui la contaminazione è nota.
In allegato trovate i risultati delle analisi del sangue più recenti e le risposte al questionario compilato dai cittadini che
si sono sottoposti alle analisi. Speriamo possano essere per voi un ulteriore stimolo per mettere in atto interventi non
più rinviabili.
In attesa di un vostro gradito riscontro vi salutiamo cordialmente.

Un incontro con la partecipazione di esperti indipendenti e cittadini, per discutere apertamente la situazione
e le misure che l’Ente da voi rappresentato voglia adottare. Chiediamo un cronoprogramma vincolante che
possa essere condiviso, in modo trasparente, con la cittadinanza.

Un piano d’azione immediato per la bonifica delle aree contaminate e la protezione della salute pubblica,
con tempi certi e la definizione di un quadro chiaro delle responsabilità.

StopSolvay – Greenpeace – Ànemos

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