Contribuire a rendere il sistema sanitario più efficiente e accessibile per i cittadini attraverso la collaborazione tra sanità pubblica e di diritto privato, componente paritaria di un solo Sistema Sanitario Nazionale: è l’obiettivo di AIOP, ribadito nel corso dell’assemblea annuale.

TORINO. Per la prima volta AIOP Piemonte (Associazione Italiana Ospedalità Privata) incontra ufficialmente il neoeletto Assessore Regionale alla Sanità Federico Riboldi. L’occasione è l’assemblea annuale dell’organizzazione datoriale aderente a Confindustria che si è tenuta oggi (a Villa Sassi), che ha visto la larga partecipazione degli associati, insieme a quasi tutti i direttori delle ASL e delle ASO. Complessivamente circa 70 persone. Presente anche Gianluca Vignale – Assessore al Personale, Affari legali, Rapporti con il Consiglio regionale, Delegificazione – che, nella precedente legislatura, nella veste di Capo di Gabinetto, aveva seguito da vicino le relazioni con le strutture della sanità di diritto privato.


AIOP, che quest’anno ha cambiato denominazione, diventando Associazione Italiana delle Aziende Sanitarie Ospedaliere e territoriali e delle Aziende Socio-Sanitarie residenziali e Territoriali di Diritto Privato, a inizio giugno ha eletto il nuovo Presidente Nazionale, professor Gabriele Pelissero e, dando attuazione al nuovo statuto, anche un Presidente dell’area ospedaliera e uno di quella sociosanitaria, andando così ad estendere e completare la sua rappresentanza.

Forte di questo rinvigorito ruolo di alfiere della componente di diritto privato del Sistema Sanitario Nazionale, Aiop Piemonte ha invitato l’assessore a un primo confronto, per attuare il programma delineato con le dichiarazioni elettorali, nelle quali Riboldi dichiarava di voler puntare su «una sanità “integrata” … con una sinergia strategica tra pubblico e privato».

+

Un impegno che l’assessore Riboldi ha ribadito con convinzione: «Consideriamo il settore privato accreditato completamente integrato con quello pubblico. Il nostro obiettivo è garantire servizi a tutta la popolazione, con particolare attenzione alle fasce più deboli e questo è un servizio che si realizza con l’osmosi tra pubblico e privato. Non ero e non sono preoccupato per l’incarico di assessore che ho assunto, la sanità ha processi chiari, e tanto nel pubblico quanto nel privato, vanta una classe dirigente capace di rispondere alle enormi sfide che ci attendono. Dal privato mi aspetto leale collaborazione. La mia porta è aperta al dialogo. Sono convinto che i prossimi anni ci daranno soddisfazioni».

I nodi da sciogliere sono molteplici. A partire dal budget del settore sanitario di diritto privato piemontese (acuzie, post acuzie, attività domiciliare, attività ambulatoriale per residenti in regione e fuori regione) che nel 2023 era di circa 736 milioni di euro, per l’anno in corso è sceso a 698 milioni euro circa e le liste di attesa non sono ancora state finanziate. Su queste Aiop rinnova la propria disponibilità a collaborare per abbatterle, «ma occorre una revisione dei meccanismi di partecipazione del privato accreditato, con un programma di attività a partire dall’inizio dell’anno, adeguatamente finanziato, con regole chiare e semplici – ha dichiarato Giancarlo Perla, presidente di AIOP che in Piemonte raggruppa 37 strutture.

Altro Tema caldo è quello del finanziamento del contratto di lavoro. «Ci si avvia a nuovo rinnovo ed è imprescindibile la copertura regionale dei maggiori costi anche per il privato, come è stato per il comparto pubblico, affinché i nostri dipendenti non vengano trattati come addetti di serie B del Sistema Sanitario Nazionale» ha continuato Perla.

Al centro dell’assemblea la riflessione sul ruolo del SSN, che in Italia in un anno eroga quasi 1,3 miliardi di prestazioni tra strutture pubbliche e private accreditate, con un personale del comparto pari in totale a 670.566 unità. Sono dati del Rapporto “Ospedali & Salute 2023”, l’annuale monitoraggio dell’efficacia e dell’efficienza del sistema ospedaliero italiano promosso da Aiop e realizzato dal Censis , dove si sottolinea come, partendo dal riconoscimento di questa “sacralità” del SSN, occorra riorganizzare la sanità, investendo, recuperando i margini di sprechi e inefficienze che vengono da lontano e riconoscendo il ruolo e gli attori che, all’interno del sistema, sono in grado di utilizzare al meglio le risorse.

«È indispensabile e urgente aprire una nuova fase del dibattito, andando oltre letture stereotipate, cominciando con una sana ridefinizione dei criteri con cui si discute di Servizio Sanitario. Troppo spesso, infatti, la sanità viene letta attraverso il prisma deformante e semplificatorio che distingue gli attori sulla base della forma giuridica: pubblico e privato, ma è una linea di demarcazione che non corrisponde alla realtà. È uno schema smentito anche dai dati strutturali, sia per la complessità dei casi trattati, sia per la qualità delle performance – ha spiegato Perla –. La più chiarificatrice delle linee di distinzione si fonda sulle caratteristiche del contributo economico dei cittadini che vede, da una parte, il pubblico e il privato accreditato componenti del Servizio sanitario a cui accedere gratuitamente o pagando un ticket, dall’altra il privato puro le cui prestazioni sono accessibili pagando costi a carico del cittadino utilizzatore».

Il ruolo del privato accreditato è concretamente vissuto dagli italiani poiché, ad esempio, sul totale delle giornate di degenza in Italia il 29,8% riguarda gli ospedali di diritto privato. Dal Rapporto “Ospedali & Salute 2023”, in particolare, emerge che il 61% degli italiani conosce la natura e il ruolo delle strutture private accreditate nell’ambito del SSN e le equipara alle pubbliche, inoltre il 68% è indifferente al fatto che una struttura sia pubblica o privata accreditata, in quanto a contare è la qualità delle prestazioni ricevute.

Piemonte: alcuni numeri del 2022 in linea con i dati 2023 in elaborazione

  • attività di ricovero ordinario
    • 5.034 posti letto del privato accreditato 26,2% del totale
    • 14.165 posti letto di diritto pubblico 73,8% del totale
  • 38.618 dimissioni nei reparti di acuti delle case di cura private accreditate, pari al 9,6% del totale delle dimissioni per acuti in regime ordinario (402.598 a livello regionale).