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Il Castello Sforzini di Tortona accoglierà l’intera collezione del maestro Armando Mazza


Tortona sempre più città d’arte e di cultura e l’ultimo avvenimento lo si deve al critico d’altre, collezionista di grandi opere nonché proprietario del castello di Castellar Ponzano, Luca Sforzini, che annuncia l’acquisizione dell’intero Fondo ed Archivio del FUTURISTA Armando MAZZA (Palermo 1884 – Milano 1964). L’intera Collezione è destinata al CASTELLO SFORZINI di Castellar Ponzano.

L’intero Fondo ed Archivio del FUTURISTA Armando MAZZA (Palermo 1884 – Milano 1964) comprendente Tavole Parolibere, manoscritti inediti, fotografie e corrispondenza con i più grandi protagonisti del Futurismo, della Politica e del giornalismo tra le due guerre mondiali, lettere, disegni, bozzetti e libri futuristi, è stata ceduta dall’ultima erede dell’artista a Luca Sforzini Arte. L’intera Collezione è destinata al Castello Sforzini di Castellar Ponzano – dove già sono collocati la scrivania e la poltrona del futurista pavese Angelo Rognoni (a cui sedette Filippo Tommaso Marinetti) ed il Fondo di manoscritti e dattiloscritti Rognoni, già acquisito.


Luca Sforzini Arte, con l’acquisizione del Fondo ed Archivio Mazza, rilancia così l’attenzione al futurismo “dimenticato”.

Armando Mazza è stato indiscusso protagonista della prima stagione del Futurismo fin dagli albori, apprezzato poeta parolibero, poi importante giornalista, e poeta di intenso lirismo.

“Determinante è l’incontro, intorno al 1910, con Filippo Tommaso Marinetti. Mazza – con il fondatore del Futurismo e con Paolo Buzzi, Umberto Boccioni, Luigi Russolo, le “vestali” Nina e Marietta Angelini – organizza l’attività redazionale e propagandistica del movimento milanese, in via Senato 2 prima, poi nella Casa Rossa di corso Venezia. «Sedotto dal fulgente estro di Marinetti, / demiurgo insuperabile di vita e d’ardimento, / fui tra i piròmani delle aurore futuriste / contro i detriti del passato», scriverà nel 1953.

Le “serate futuriste” nei teatri d’Italia lo vedono declamatore e sfollatore di pubblico berciante e “passatista”, ritratto da Boccioni in una caricatura e in uno splendido pastello divisionista. Viaggi e soggiorni a Parigi e a New York infiammano il senso di italianità in contesti internazionali. A Parigi conosce Amilcare Cipriani e collabora con istituti di propaganda culturale, a New York, con lo scultore e scrittore Onorio Ruotolo, fonda la rivista politico-letteraria “La Nuova Italia”, che dà voce agli italiani immigrati negli Stati Uniti e alle esigenze di rinnovamento in campo artistico. Armando Mazza compare nel 1910 nei quadri della Direzione del Movimento Futurista alla voce “Poesia” e sulla rivista napoletana “La Tavola Rotonda” che dà spazio al futurismo; nel 1911 tra i «grandi poeti incendiarî»; e, nel 1912, tra i poeti futuristi, con la lirica in versi liberi A Venezia, nell’antologia I poeti futuristi.
Nel settimanale antibolscevico “I Nemici d’Italia” «intriso di passione italica», da lui fondato e uscito a Milano dal 10 agosto 1919 al 26 dicembre 1920 – a cui collaborano Filippo Tommaso Marinetti, Giuseppe Bottai, Alberto Businelli, Paolo Buzzi, Francesco Cangiullo, Mario Carli, Bruno Corra, Ernesto Daquanno, Mario Dessy, Gastone Gorrieri, Luciano Nicastro, Enrico Rocca, Emilio Settimelli, Volt – fa le sue prove un giornalismo d’assalto dalla foga corrosiva: futurista, battagliero, aggressivo, intransigente, antinittiano e antigiolittiano, che dà voce al combattentismo e al nazionalismo più acceso, patriottico (e si riassume nei nomi di d’Annunzio, Filippo Tommaso Marinetti, Mussolini).

Dal 1923 al 1925, Mazza è vicedirettore de “L’Impero”, fondato da Mario Carli e da Emilio Settimelli, direttore del settimanale milanese “La Grande Italia”, condirettore del “Giornale del Veneto” e corrispondente politico dalla capitale della “Gazzetta di Venezia”; dal 1º ottobre 1926 all’8 gennaio 1928 è direttore de “L’Arena di Verona”; dal 15 gennaio 1928 al 2 dicembre 1929 è direttore del “Giornale di Genova”; dal 1º luglio 1931 al 13 novembre 1937 è direttore della “Cronaca prealpina” di Varese; dal 16 novembre 1937 al 7 novembre 1940 è direttore del “Resto del Carlino”. Giornalista e direttore di giornali, il sodale di Marinetti nelle battaglie artistiche rivela, nei numerosi articoli firmati, passione e fede nel fascismo rivoluzionario e tutto l’ardore del suo esuberante temperamento; nelle testimonianze di chi l’ha conosciuto, grandi qualità umane – bontà, umiltà, generosità, rigore morale, amore di patria – e passione letteraria, che riversa nella terza pagina lasciando campo aperto alle penne più note e ai giovani più dotati.”
(Armando Mazza su wikipedia : https://it.wikipedia.org/wiki/Armando_Mazza)

Nella foto in alto: Luca Sforzini con una Tavola futurista di Antonio Mazza

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