Giornata storica quella di venerdì 14 alla Casa di Riposo San Luigi Orione di Pontecurone. Per la prima volta infatti il Vescovo di Tortona Mons. Guido Marini ha visitato il “Don Orione”, così come viene chiamata la Casa di Riposo orionina, che festeggia in questi giorni il suo 50° anno di vita.
Nella grande cappella dell’Istituto, molti ospiti della struttura hanno assistito alla solenne S. Messa concelebrata insieme al Vescovo dai sacerdoti orionini della comunità: il direttore della Casa don Pietro Bezzi, il parroco don Loris Giacomelli, il vice parroco don Carlo Marin, don Agostino Gennari e don Mario Ghio. Presenti, oltre al responsabile della struttura Roberto Baldo, il sindaco Giovanni Valentino D’Amico, il vice sindaco Marialuisa Ricotti e l’assessore Peppino Ansalone.
Il Vescovo, prendendo spunto da una delle due letture, ha catturato l’attenzione degli anziani ospiti presenti con un’omelia incentrata sul concetto della speranza, una virtù tanto cara a San Luigi Orione. Raccontando, come fosse una parabola, l’avvincente storia di un’anziana signora e di un cucchiaino, Mons. Marini ha rimarcato il concetto della certezza della vita dopo la morte, ripetendo e facendo ripetere ai fedeli la frase “Il meglio deve ancora venire”.
Alla fine della celebrazione il Vescovo si è intrattenuto con gli ospiti presenti nella cappella, in particolare con quelli in carrozzina, quindi ha visitato gli ospiti allettati andando nelle loro camere.
Attualmente la Casa di Riposo ospita ben 110 persone di ambo i sessi, provenienti sia da Pontecurone, sia da paesi vicini e altri centri. Si tratta di persone che, non potendo più essere accudite e assistite dai propri cari, vengono inserite nella struttura, dove trovano le cure e l’assistenza di cui hanno bisogno. Ad oggi ci sono 78 persone, formate per i diversi ruoli che devono svolgere (Direttore sanitario, infermieri, fisioterapisti, Oss, personale di cucina e di pulizie, lavanderia, uffici, manutenzione della casa e del parco, ecc.), che prestano il loro servizio nel Pensionato. Per la maggior parte sono dipendenti dell’Opera, ma ben 24 di esse sono dipendenti della Cooperativa Sirius che opera in perfetta sintonia con l’Opera orionina.