Un sabato eccezionale quello che si è svolto al Museo Archeologico Derthona (MADE) dove grazie all’iniziativa organizzata dal Comune di Tortona i presenti hanno potuto conoscere come poteva essere il vino bevuto dagli antichi romani, anche se loro lo bevevano annacquato e noi puro.
Nell’ambito delle giornate dell’Archeologia, infatti, Tortona ha ospitato Simone Tabusso di Novello, in provincia di Cuneo, archeologo e sommelier, che per quattro anni ha studiato la produzione del vino durante l’età romana analizzando le testimonianze archeologiche e le fonti antiche degli agronomi latini come Columella, Catone e Varrone. All’interno di questi testi si celavano consigli e suggerimenti su come produrre e conservare il vino attraverso l’aromatizzazione con aromi e spezie antisettiche e lui dopo molti tentativi è riuscito a realizzare due vini.
“Le prove per giungere alla produzione definitiva – ha detto nel cortile del Museo durante la presentazione – sono state molteplici e complesse, ma hanno permesso nell’Ottobre del 2019 di riportare alla luce dopo 2000 anni l’antico vino romano! Ci sono voluti più di quattro anni di attente ricerche tra fonti letterarie antichissime e resti archeologici di epoca romana per ridare vita a questi due vini che in antichità venivano bevuti ed apprezzati in tutto l’Impero Romano.”
Il vino nero è stato chiamato Purpureum mentre il bianco Aureum. Trovate tutte le informazioni sull’apposito sito https://www.tabussovinum.it/
Per la città di Tortona è stata sicuramente un’esperienza sensoriale molto particolare che ha stimolato la curiosità dei presenti al termine delle visite guidate al museo.