È agitata, avvinta da un evidente stato d’ansia. Si è fatta accompagnare da un’amica, giovane come lei. Davanti al Carabiniere che la ascolta, la ragazza non riesce a trattenere le lacrime. Dopo avere sopportato per troppo tempo i maltrattamenti del compagno, ha deciso di denunciare.

Lo ha conosciuto nel 2020, dalla relazione è nato un figlio, e proprio da quel momento sono iniziati i problemi. Prima le violenze verbali, poi le botte, le vessazioni, gli atti persecutori. Comportamenti violenti, minacciosi, atteggiamenti scaturiti per futili motivi, dapprima sporadicamente, poi con sempre maggiore frequenza, fino a diventare quotidiani. Insulti pesanti, accuse di scarsa moralità, dissolutezza nei rapporti con altre persone, inadeguatezza alla maternità. Il tutto alla presenta del bambino, che non ha ancora compiuto tre anni.


Più volte, ha dovuto nascondere i lividi. Non è mai stata in ospedale, forse per vergogna, forse nella speranza che tutto, prima o poi, finisse.

Alla base, una forte gelosia, giunta al punto da vietarle qualsiasi frequentazione, finanche con i propri genitori.

Il timore della ragazza è ormai tale da necessitare dell’aiuto dei Carabinieri, per timore che il compagno possa fare del male a lei e al bambino.

I Carabinieri ascoltano, relazionano, poi attivano le procedure di tutela introdotte con il c.d. “Codice Rosso”. Informano il Pubblico Ministero, che dispone l’arresto dell’uomo e la sua traduzione in carcere, grazie alla corposa presenza di messaggistica digitale audio e testuale prodotta dalla vittima.

Si tratta del primo “arresto in flagranza differita” avvenuto in provincia, un nuovo strumento a disposizione della Polizia Giudiziaria che permette di considerare in stato di flagranza chi, sulla base di documentazione video-fotografica o di altro tipo legittimamente ottenuta da dispositivi di comunicazione informatica o telematica, risulti inequivocabilmente autore del fatto. L’articolo 382 bis C.P.P., introdotto nel 2023 per il contrasto della violenza sulle donne e domestica, consente infatti di eseguire l’arresto in flagranza “differita” entro 48 ore dal fatto per reati come i maltrattamenti in famiglia, la violazione dei provvedimenti di allontanamento dalla casa familiare e di divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla vittima e gli atti persecutori, commessi pertanto fino a due giorni prima.

L’uomo, un 31enne, è stato arrestato dai Carabinieri per maltrattamenti in famiglia, percosse e atti persecutori e condotto presso la Casa Circondariale di Alessandria, da cui, a seguito della convalida dell’arresto, è stato scarcerato con il divieto di avvicinamento alla vittima e ai luoghi da lei frequentati, con l’applicazione del braccialetto elettronico.