Lo scorso 3 maggio, l’attenzione degli operatori della Squadra Volante della Questura di Alessandria, impiegati nell’ordinario servizio di controllo del territorio in zona Viale Brigate Ravenna, veniva richiamata da un passante che segnalava, poco avanti, la presenza di una donna riversa a terra. Gli operatori giunti sul posto notavano una donna, di circa quarant’anni, che si rialzava dal suolo sorretta da un’altra persona, successivamente identificata per il cugino della vittima. Sul posto era presente anche il compagno della donna. Quest’ultima, piangente e in un grave stato di agitazione, presentava sul viso evidenti segni di percosse, che inizialmente attribuiva a un impatto accidentale con il volante dell’automobile; tale versione appariva però inverosimile, ma la donna era restia a fornire informazioni agli operatori di polizia. Sul luogo giungeva, poi, anche la sorella della vittima, che dichiarava che era stato il compagno della sorella a provocarle i segni di percosse suindicati, fornendo altresì in sede di escussione alcune fotografie riconducibili a pregressi episodi di violenza ai danni della stessa.
La persona offesa veniva portata in ospedale per i doverosi accertamenti e, finalmente, si convinceva a raccontare la verità ai poliziotti: durante quella stessa serata, l’uomo aveva avuto prima alterco con la madre della donna, arrivando a metterle le mani addosso e poi la violenza era proseguita anche nei suoi confronti con numerose percosse. La donna aggiungeva di essere vittima di violenze da parte del compagno da tempo, attribuendo inequivocabilmente allo stesso le gravi lesioni che si vedevano ritratte nelle fotografie fornite dalla sorella ai poliziotti poco prima.
All’esito di tali informazioni, l’uomo, un cittadino italiano di quarantaquattro anni, veniva tratto in arresto e associato presso la locale Casa Circondariale; a seguito della convalida dell’arresto veniva scarcerato con la misura del divieto di avvicinamento e l’apposizione del braccialetto elettronico c.d. “antistalking”.