L’esposizione dell’artista che scolpisce il “non finito”, in contemporanea anche a Genova e a New York, resterà visibile a tutti sino al 31 ottobre. 

Ore 17.30 Cerimonia per la firma della Piastrella del Muretto di Alassio dello scultore Bruno Catalano. Intervengono all’inaugurazione l’artista, i curatori della mostra Chiara e Carlo Ravagnan, rappresentanti della Galleria Ravagnan, Steve della Casa, Direttore Artistico del Festival,  Marco Melgrati, Sindaco Città di Alassio


Dopo Genova approda ad Alassio “La Metafora Del Viaggio”, l’esposizione personale di Bruno Catalano, uno tra i maggiori esponenti del panorama artistico contemporaneo. Inserita in Lygies, l’esposizione è composta da due sculture monumentali della straordinaria serie “I Viaggiatori”

Caratterizzate dalla totale mancanza della parte centrale del corpo e da personaggi eterei, privi di materia, in un gioco di “non finito”, quasi michelangiolesco, le opere di Catalano portano lo spettatore a perdersi negli sfondi scelti per le installazioni e a chiedersi perfino come queste figure possano reggersi in piedi.

Tutte le opere di Bruno Catalano rappresentano un “uomo che cammina”, una figura caratterizzata sempre da un bagaglio, una valigia, una borsa o uno zaino, che regge con una mano e che lo configura come un viaggiatore che non si sa però da dove viene né dove vada, lasciando inevitabilmente frammenti di sé lungo il cammino.

“L’arte visionaria di Bruno Catalano traccia i confini tra due dimensioni quali l’arte e il viaggio, temi assai cari alla storia della Città di Alassio – commenta il sindaco di Alassio Marco Melgrati. Siamo orgogliosi di ospitare nell’ambito della sesta edizione di Ligyes_Alassio_Genova Cultura Fest due delle sue installazioni sul Molo Bestoso che saranno visibili dal 1 giugno al 31 ottobre 2024. Le due sculture intitolate “Blue de Chine” e “Non Finito” andranno a impreziosire una location di per sé già piena di suggestioni”.

Bruno Catalano, artista italo-francese, ha già esposto le sue opere in importanti città italiane come Venezia, Viareggio, Lucca, Amalfi, e in metropoli internazionali come Parigi e Sydney. 

Abbiamo presentato alla Regione Liguria il progetto di mostra di Bruno Catalano denominato “La Metafora del Viaggio”, in riferimento al titolo del testo critico di Enzo Di Martino scritto in occasione della prima mostra in Italia presso la Galleria Ravagnan di Venezia – spiega Chiara Ravagnan della Galleria Ravagnan con cui Catalano collabora dal 2014. Durante l’estate 2024, l’arte monumentale di Bruno Catalano sarà protagonista di una mostra en plein air diffusa nel tessuto urbano di Genova. Una mostra straordinaria che avrà anche un’appendice preziosa ad Alassio, in occasione del Festival della Cultura Ligyes. “I Viaggiatori”, tra le opere più rappresentative del maestro Catalano, incarnano un senso profondo di bellezza e di cultura condivisa che trascende i confini geografici e linguistici. Queste straordinarie sculture in bronzo accompagneranno i cittadini e i visitatori in un’esperienza artistica unica, che celebra il senso di meraviglia e di scoperta che il viaggio porta con sé. La bellezza di queste opere risiede non solo nella loro ineguagliabile maestria tecnica, ma anche nel loro potere di connettere le persone e di stimolare la riflessione su temi universali come l’identità, il cambiamento e la ricerca di significato. Attraverso le sue opere, Catalano ci invita a esplorare le nostre storie personali e collettive, a confrontarci con l’esperienza di viaggio e a riconoscere la bellezza e la complessità del mondo che ci circonda”

“Le mie sculture portano con sé una storia, ma non la raccontano. – spiega l’artista Bruno Catalano -Non sappiamo da dove vengono, né dove stanno andando, ma sappiamo che si muovono in avanti, sia che partano sia che arrivino. Alassio è un luogo di viaggio, d’incontro e di vita. Sono estremamente onorato di essere qui oggi ed anche di essere stato invitato tra le personalità illustri del muretto di Alassio. Non avrei mai pensato nella mia vita, di prendere parte a una tale storia. Ho rappresentato dei personaggi che ho chiamato Viaggiatori che portano una valigia e hanno una parte del corpo strappata. Così oggi ho una piccola valigia di bronzo con me. In questa valigia c’è una sola cosa veramente importante: tutte le persone che hanno reso e continuano a rendere possibile il mio lavoro. Vorrei ringraziare molto calorosamente Chiara e Carlo Ravagnan, i miei galleristi e amici senza i quali tutto questo non sarebbe possibile. Vorrei anche ringraziare sinceramente il sindaco di Alassio, Marco Melgrati, e la rappresentante della Fondazione Berrino, Angela Berrino, che permettono che questa tradizione esista e che questo muro risplenda. Concluderò semplicemente queste poche parole con una frase: C’è una sola specie valida di viaggi, ed è il cammino verso gli altri.”

Bruno Catalano è nato in Marocco nel 1960 e lavora tra l’Italia e la Francia. Nel 1975 è costretto all’esilio con la sua famiglia. Sbarcato a Marsiglia con la speranza di ricominciare una nuova vita, conserva nella memoria il dolore del proprio sradicamento. A 18 anni diventa marinaio, poi elettricista, a 30 incontra l’arte e la scultura in argilla attraverso artisti come Rodin, Giacometti, César. Da quel momento decide di consacrarvi la propria esistenza. Notato per la prima volta nel 2005 da un gallerista parigino a una mostra d’arte contemporanea, evolve dall’argilla al bronzo e scolpisce personaggi sempre più grandi, realizzando così notevoli prodezze tecniche. Oggi “I Viaggiatori” arricchiscono le più prestigiose collezioni pubbliche e private. Grazie alla collaborazione con la Galleria Ravagnan Bruno Catalano ha portato le sue sculture monumentali in esposizione in iconiche città italiane, tra cui Venezia, Viareggio, Lucca e Amalfi.

I Viaggiatori di Bruno Catalano

“I Viaggiatori” di Bruno Catalano sono personaggi che la scultura immortala nel mezzo di un lungo viaggio, la cui durata, origine e destinazione rimangono a noi ignote. Nella sua opera, questi uomini e queste donne tratti dal mondo del quotidiano assumono una dimensione eroica e diventano simboli di continuità e trasformazione. Con la loro statura monumentale esplorano e raccontano i temi universali dell’esistenza umana: l’identità, la migrazione, il viaggio stesso. Questi individui trasportano all’interno dei loro bagagli dei frammenti di vita e di storia. Il loro destino si lega inevitabilmente alle loro radici, e li mantiene in un equilibrio precario tra il passato e il futuro. Bruno Catalano rappresenta esseri umani, figure sospese che viaggiano, attraversate dalla luce, dal vento e dallo sguardo. Corpi incompiuti dove le parti mancanti diventano finestre nelle quali riconoscersi, metafore di movimento e connessione con il viaggio della vita.

Blue de Chine 

“Blue de Chine” è un’opera dedicata a tutti quei lavoratori che giungono da terre remote. La patina di colore blu che avvolge la scultura è un’evocazione all’abbigliamento distintivo degli operai e dei marinai. Bruno Catalano era lui stesso uno di loro, partito dal Marocco e arrivato a Marsiglia con nient’altro che una modesta valigia. Questa scultura celebra l’umanità in movimento e il coraggio dei lavoratori migranti che hanno contribuito a plasmare il mondo in cui viviamo.

Non Finito        

Scultura dal drappeggio che confonde, che ricopre tutta la figura, invisibile, indecifrabile, ineffabile: “Non Finito” rappresenta l’infinità di direzioni, ritocchi, modifiche, su un oggetto d’arte, consentiti dall’argilla. Concretamente, per mantenerla malleabile e morbida, lo scultore avvolge la scultura ogni sera con un canovaccio bagnato. L’artista scrive una poesia in tre dimensioni per questo canovaccio, che gli consente di continuare il lavoro su una statua incompiuta, allegoria del work in progress. L’aspetto mistico di questa scultura esprime lo straordinario spettro delle possibilità della creazione. Scrutando oltre i riferimenti allo stile classico, possiamo notare una reverenza verso i grandi maestri, con i ricchi drappeggi che hanno tanto affascinato questo artista autodidatta. Infine, la scultura parla del lavoro nella sua dimensione assoluta, quotidiana, dell’artista come anche dell’operaio. Bruno Catalano, prima operaio in catena di montaggio, marinaio e poi elettricista, nutre e onora il lavoro manuale fatto di gesti reiterati, con le sue minime variazioni, sempre alla ricerca della perfezione.