Giovedì 23 maggio l’ I.C. TORTONA B, diretto dalla Prof.ssa Rita Piazza, ha presentato alla cittadinanza l’ultima Conferenza facente parte di due cicli di incontri in cui autorevoli relatori e relatrici si sono susseguiti durante tutto l’anno scolastico e hanno condiviso esperienze, conoscenze, consigli e strategie concrete al fine di far sentire genitori, insegnanti ed educatori meno soli e maggiormente rafforzati nel loro ruolo educativo e di guida.

Nell’incontro dal titolo “LA MALADOLESCENZA, tra disagio e comportamenti a rischio”, la dott.ssa Giusy Cannizzaro ha affrontato, alla luce della sua esperienza clinica con gli adolescenti, molte delle difficoltà che caratterizzano i vissuti mentali dei numerosi ragazzi incontrati negli ultimi anni, con particolare riferimento alla voce da lei raccolta all’interno dello sportello d’ascolto presente presso l’ I. C. Tortona B.


Cercando costantemente di riflettere, insieme alla platea presente, su quel confine, spesso labile, tra fisiologico disagio adolescenziale e vere e proprie forme di “maladolescenza”, la dottoressa ha esposto gli attuali cambiamenti nello stile educativo familiare prevalente. “Come sottolinea il dott Pietropolli-Charmet,– spiega la psicologa –  il passaggio dalla famiglia etica alla famiglia affettiva, che fugge la funzione del trasmettere la norma per paura di sperimentare il conflitto, ha sbilanciato di fatto il ruolo genitoriale alla sola funzione affettiva e di garanzia del legame”.

A partire dalla lettura di questa dinamica, la dott.ssa Cannizzaro ha evidenziato quelle maladolescenze che mettono maggiormente in crisi il sistema familiare ed istituzionale in generale e che attengono a disturbi comportamentali e di personalità (come il disturbo borderline e narcisistico) e che, a partire dall’adolescenza, spesso possono associarsi a gravi agiti autolesivi e anticonservativi. È, quindi, importante  non interpretare questi comportamenti come una sfida personale, ma  piuttosto cercare di capirne pazientemente le origini, rassicurando, valorizzando i ragazzi e le ragazze e mettendo in rilievo tutte le loro potenzialità che possono riguardare la sfera affettiva, la creatività, la fantasia, ecc… I giovani hanno un mondo interiore ricco di idee, emozioni, pensieri, domande e l’essere ascoltati, prima di tutto, li aiuta ad acquisire maggiore fiducia in se stessi e ad esprimere i loro bisogni e le loro emozioni.

Termino citando la frase che la dottoressa ha scelto come la più  significativa del suo intervento: “Il bambino che ha più bisogno di amore, lo chiederà nei modi meno amorevoli” – M. Kutscher – poiché ci fa riflettere sul fatto che gli adolescenti,  quando senza alcun apparente motivo, assumono un atteggiamento oppositivo/provocatorio nei confronti, soprattutto, dei loro genitori o rispetto alle loro richieste, stanno spesso inviando un messaggio ben preciso: “ho bisogno della tua attenzione”, “sto testando il tuo amore”.

Un buon rapporto di fiducia e di dialogo con i figli è fondamentale e il non saperli ascoltare quando vogliono parlare dei loro problemi adolescenziali, può  spingerli a cercare altrove un punto di riferimento e una guida.
Ecco perché la comunicazione tra genitori e figli va curata costantemente e fatta crescere assieme alla consapevolezza e autonomia del figlio. In questo modo si costruisce un legame di fiducia profonda che nemmeno durante l’adolescenza, periodo di burrasche e di ricerca della natura esatta del proprio IO, verrà meno.

Carla Cremante