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Sindaci e abitanti gridano in coro “No al CPR nel Golfo Dianese” ma non può bastare, servono i politici!


Tanta gente ha preso parte questa mattina, sabato 27 aprile, alla manifestazione pubblica contro l’idea del Governo dir realizzare un Centro per il rimpatrio degli immigrati (CPR) all’ex caserma Camandone nel comune di Diano Castello, ma di fatto nel centro urbano di Diano Marina visto che i due comuni sono attaccati.

Sul palco si sono succeduti gli interventi dei sindaci dei 7 comuni del Golfo e quelli dei dirigenti del Comitato, tuttavia queste e altre manifestazioni rischiano di essere inutili e servire a poco o nulla, o meglio solo per far scrivere i giornali e riempire i quotidiani di articoli, come abbiamo potuto constatare in tante altre occasioni simili avvenute in Italia.


Fanno bene ovviamente, sindaci e popolazione a gridare il loro dissenso, ma questo si rivelerà poco utile se non si interverrà in altre sedi che sono principalmente due: quella politica, soprattutto, perché la decisione di costruire o meno questo centro spetta del Governo e poi la via della Giustizia, cioé un ricorso al TAR contro il provvedimento che dovrà essere fatto su basi solide e non sarà affatto facile. Comunque le vittorie al Tar contro le decisioni del Governo sono molto rare per cui questa strada non garantisce molto successo.

Per far cambiare idea al Governo bisognerà lavorare di fino e soprattutto proporre soluzioni alternative, cioé altri possibili luoghi perché altrimenti il CPR a Diano non lo toglierà nessuno.

Da giornalista con 45 anni di esperienza in Piemonte e Liguria ho visto tante di queste cose e posso dire con grande dispiacere che ormai al 90% il Golfo Dianese avrà il suo CPR a meno che non accada un cataclisma e qualche politico con gli attributi grossi come una casa (Ma la Liguria ne ha di questi politici al Governo?) proponga un sito alternativo facendo cambiare idea al Governo.

Angelo Bottiroli

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