Noi non lo abbiamo scritto perché non volevamo fare inutili allarmisti perché sapevamo che se ci fosse stato qualcosa di irregolare gli enti avrebbero dovuto intervenire subito, cosa che invece non hanno fatto. Ci riferiamo ad un rapporto di Greenpeace diffuso nei giorni scorsi nel quale si asseriva che gli acquedotti, di Tortona e di altri comuni limitrofi contenevano pfas, sostanza cancerogena. Ecco arrivata adesso la risposta degli enti che distribuiscono l’acqua potabile e che pubblichiamo di seguito.

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Con riferimento ai contenuti del rapporto di Greenpeace Italia “PFAS e acque potabili in Piemonte”, Gestione Acqua S.p.A. ed Egato6 Alessandrino, a tutela del territorio di riferimento, intendono fornire una serie di approfondimenti e chiarimenti.

L’acqua distribuita rispetta i limiti e gli standard di sicurezza prescritti dalla legge

Anzitutto si sottolinea come l’acqua distribuita rispetti sia tutti i limiti e gli standard di sicurezza prescritti dalla legislazione vigente sia quelli che entreranno in vigore nel 2026, come per altro desumibile da un’attenta lettura dei rapporti di prova analitici visibili sul sito di Greenpeace. Gli stessi risultano essere il solo materiale caricato integralmente, comprendendo sia i verbali di campionamento che l’esito delle prove. Nei casi in cui si siano riscontrate tracce in concentrazione prossima ai futuri limiti, si sono già attuati interventi di riduzione dei valori a scopo puramente cautelativo, mentre, nella stragrande maggioranza dei campioni e dei parametri analizzati, le concentrazioni risultano inferiori ai limiti di rilevabilità strumentale o presenti in tracce appena superiori allo stesso.

Lo stato dell’arte rispetto al tema PFAS

Sebbene nell’inquadramento normativo vi sia una mancanza di limiti e metodi normati di rilevazione degli PFAS, sin dal 2020, di concerto con le autorità preposte, il Gestore ha avviato una campagna di monitoraggio in aree selezionate, estesa ad oggi su tutte le proprie fonti di captazione.

Nello specifico del tema sollevato dall’inchiesta di Greenpeace Italia, considerati i circa 5.500.000.000 di litri d’acqua distribuiti in un anno dall’acquedotto di Tortona, la presenza di PFAS sarebbe di circa 105 grammi.

PFAS: la normativa di riferimento

Per quanto attiene all’aspetto normativo, con l’introduzione del D.Lgs n. 18/2023 del 23/02/2023, l’Italia ha recepito ed attuato la Direttiva UE 2020/2184 concernente la qualità delle acque destinate al consumo umano. Con lo stesso sono stati introdotti per la prima volta alcuni nuovi parametri, tra cui PFAS-totale e somma di PFAS, che andranno controllati a partire dal 12/01/2026.

Il Decreto prevede anche la messa a disposizione delle linee guida tecniche sui metodi analitici per quanto riguarda il monitoraggio PFAS, compresi i limiti di rilevazione, i valori di parametro e la frequenza di campionamento. Questi aspetti dovevano essere stabiliti dalla Commissione Europea con previsione, per quanto noto non rispettata, entro il 12/01/2024.

Gestione Acqua ricorda, inoltre, come nel decreto le unità di misura indicate siano i microgrammi mentre nel rapporto in oggetto è stata utilizzata una scala inferiore i nanogrammi (0,1 microgrammi sono pari a 100 nanogrammi) dando quindi valori apparentemente superiori.

EGATO 6    GESTIONE ACQUA S.p.A.