Riceviamo e Pubblichiamo

Caro Direttore,


nonostante io sia lontano per motivi di lavoro, non perdo occasione di leggere i quotidiani locali della mia città; mi fa, se così si può dire, sentire a casa o quanto meno vicino.

Ultimamente ho letto belle notizie tra le quali progetti di scuole, associazioni d’arma in festa per il loro santo patrono, e molte altre cose molto gioiose.

Purtroppo però ieri, appena acceso il cellulare, mi è apparsa una brutta notizia. Mi riferisco all’incidente stradale che ha coinvolto un ciclista il quale è stato investito, ancora per cause da accertare, da un furgone in viale Einaudi a  Tortona

Se si ricorda, tempo fa, lei pubblicò un mio articolo in cui esprimevo aspre critiche su questa pista ciclabile. Se male non ricordo, scrissi pure che sarebbe successo qualcosa di brutto, era solo questione di tempo. Sono il moderno protagonista della famosa novella di Pirandello “La Patente” oppure ho semplicemente fatto una considerazione ragionata su quello che, effettivamente,  è questa pista ciclabile e sui relativi pericoli e disagi che essa comporta? Lascio decidere ai lettori.

Questa pista ciclabile è pericolosa, riduce notevolmente lo spazio di manovra e la mobilità delle autovetture, traendo spesso in confusione gli stessi ciclisti.

Non abbiamo la cultura, noi italiani, delle biciclette. Non siamo Tedeschi, non siamo Olandesi. Anzi, siamo molto lontani dall’esserlo.

Si sono spesi milioni di euro per realizzare che cosa? Sarà stata pure finanziata dalla U.E., ma non si poteva farsi finanziare qualche altro progetto meno pericoloso e più utile visto che, ribadisco, la cultura della bicicletta, in Italia, è pressochè inesistente?

Per fortuna il malcapitato ciclista, da quanto leggo, non è in pericolo di vita (cosa molto importante!!!) e gli auguro una pronta e rapida guarigione. Ma in futuro? Cosa accadrà?

Si è ancora in tempo per salvare delle vite e la salute dei cittadini: non si potrebbe iniziare a valutare di smantellare questa pista?


Pier Paolo Liuzzo