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Ha sparato a Tortona contro i due immigrati per senso di Giustizia, così si giustifica il 56enne


Lucio Gentiletti di 56 anni, arrestato dai Carabinieri per aver sparato contro due immigrati il 10 aprile scorso in via padre Michele da Carbonara a Tortona di cui potete leggere QUI l’articolo lo ha fatto per un senso di Giustizia. Lo ha detto lui stesso ai militari nell’interrogatorio di garanzia davanti al G.I.P., quando ha confessato di essere l’autore del ferimento dei due cittadini africani e di avere agito per un presunto senso di giustizia a fronte del dilagare della criminalità, ritenendo i due responsabili dello spaccio di droga sul territorio, anche a minori.

Effettivamente poi la parallela attività di indagine, scaturita dal rinvenimento dell’hashish nell’appartamento delle vittime, ha portato alla contestazione a carico di uno dei due giovani feriti del reato di spaccio di sostanze stupefacenti, attività protratta nel tempo sul territorio tortonese da almeno un anno.


I carabinieri sono giunti a lui grazie ad indagini eseguite con il supporto di articolate e complesse attività tecniche, e ale testimonianze assunte, portavano all’individuazione di un 56enne italiano da poco trasferitosi in provincia, con il quale una delle vittime aveva avuto rapporti nell’ambito di comuni amicizie.

Le approfondite indagini, eseguite con il supporto di articolate e complesse attività tecniche, e delle testimonianze assunte. Ritenuto che l’uomo potesse essere l’autore del duplice tentato omicidio, i Carabinieri, su autorizzazione dell’Autorità Giudiziaria, procedevano a una perquisizione presso l’abitazione dell’interessato, con l’ausilio di unità cinofile, rivenendo un fucile a canne mozze con matricola abrasa, una pistola calibro 7,65 non censita e due coltelli di tipo militare, compatibili con le armi usate per il grave episodio criminoso. All’interno dell’abitazione erano presenti anche una paletta di segnalazione della “Polizia di Stato” con matricola abrasa e un apprezzabile quantitativo di munizioni per le armi rinvenute, una delle quali, la pistola, risultava carica e pronta all’uso.

L’uomo veniva quindi tratto in arresto per l’illecita detenzione di armi da fuoco clandestine e alterate e condotto presso la Casa Circondariale di Alessandria, dove, a seguito dell’interrogatorio di garanzia davanti al G.I.P., confessava di essere l’autore del ferimento dei due cittadini africani e di avere agito per un presunto senso di giustizia a fronte del dilagare della criminalità, ritenendo i due responsabili dello spaccio di droga sul territorio, anche a minori.

L’Autorità Giudiziaria, concordando pienamente con le risultanze investigative dei Carabinieri, suffragate dalla confessione del 56enne, ha quindi emesso una misura cautelare in carcere in ordine alla detenzione illegale delle armi e al duplice tentato omicidio.

Dalla ricostruzione degli eventi, il 56enne si sarebbe presentato a casa delle vittime, qualificandosi come appartenente alle Forze dell’Ordine, esibendo la paletta della “Polizia di Stato” sequestrata, e una volta all’interno dell’appartamento sparava con la pistola all’indirizzo del 31enne attinto al mento, che si dava immediatamente alla fuga da una finestra, quindi imbracciava il fucile a canne mozze e sparava a bruciapelo al 23enne, colpendolo al ginocchio solo grazie alla reazione istintiva della vittima, che abbassava il fucile evitando che il colpo lo attingesse al corpo. Nonostante la grave ferita, il 23enne tentava la fuga, ma veniva raggiunto in strada dall’aggressore, che lo colpiva ripetutamente al collo e alla schiena con un coltello, prima di dileguarsi. Arrestato dai Carabinieri, il 56enne si trova oggi in carcere in attesa di giudizio.

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