Una settimana, quella dedicata all’eliminazione della violenza contro le donne, una mostra, un progetto fotografico originale di Laura Marinelli, quattro eventi per riflettere su questo tema drammaticamente sempre di scottante attualità: “Questa volta non mi volto” è il titolo la rassegna realizzata dalla Città di Alessandria in collaborazione con la Consulta Comunale per le pari Opportunità e ASM Costruire Insieme, con la partecipazione del gruppo MondoUpArte, allestita nella Sala degli Affreschi del Chiostro di Santa Maria di Castello che verrà inaugurata domenica 26 novembre alle ore 17,30 e sarà visitabile sino domenica 3 dicembre, tutti i giorni dalle ore 17,30 alle ore 20,00.
Quattro appuntamenti tra fotografia, libri, danza contemporanea e teatro che diventano occasione non solo per parlare del tema della violenza sulle donne ma per una riflessione collettiva che trae spunto dall’arte per addentrarsi nelle molteplici sfaccettature di quella che oggi è considerata una piaga che diagonalmente attraversa la nostra società. La rassegna prende spunto dal progetto fotografico “Questa volta non mi volto” di Laura Marinelli nata a Verona, fotografa ma anche violoncellista, che si dedica a temi forti: la violenza sulle donne, l’ambiente, l’inquinamento che soffoca il mondo.
L’ingresso a tutti gli appuntamenti della rassegna, che si svolgeranno nel chiostro di Santa Maria di Castello, è libero fino ad esaurimento posti ed il primo è previsto proprio per l’inaugurazioneil prossimo 26 novembre, con uno showcase dell’attrice Marta Mantero e del cantautore alessandrino Dado Bargioni.
A seguire, mercoledì 29 novembre alle ore 18,30 la presentazione del volume “L’impegno delle mazziniane per l’emancipazione femminile. Il contributo di Elena Ballio”, pubblicato per i tipi delle Edizioni Joker di Novi Ligure, alla presenza dell’autrice Graziella Gaballo. Un lavoro in cui viene delineato secondo le direttrici intorno a cui si sviluppò, dopo la nascita del nuovo Regno, il movimento emancipazionista italiano che individuò nel mazzinianesimo la sola forza democratica in grado di dare voce a una domanda di autonomia e di cittadinanza femminile. In tale contesto si colloca Elena Ballio (1847-1917), il cui percorso politico e culturale è al centro della presente ricerca. Il suo impegno si sviluppò, pur all’interno di una più ampia gamma di interessi, intorno a un filo conduttore principale che teneva strettamente intrecciati i temi dell’emancipazione femminile e della educazione e istruzione delle donne.
Successivo appuntamento sabato 2 dicembre alle ore 18,oo con il Gruppo di danza contemporanea “Off Balance” nato in Alessandria nel 1995, che si esibirà in una coreografia appositamente realizzata per questa rassegna. Off Balance significa “fuori equilibrio” e rappresenta la volontà di andare oltre gli schemi tradizionali della danza, ricercando occasioni e spazi inconsueti (gallerie d’arte, jazz club, piazze, vetrine di negozi, eccetera) per proporre una danza espressiva, ironicamente attenta ai gesti, ai tic, alle speranze e alle frustrazioni del vivere quotidiano. Il gruppo è composto da Andrea Judith Man, Alessandra Rivera, Antonella Martinelli, Eliana Contato, Maria-Chiara Panizza, Marilena Campagno.
Chiude la rassegna domenica 3 dicembre il Silent Book Club di Solero che invita gli astanti dalle ore 16,oo alle 17,oo, com’è nello spirito di questi club nati in tutto il Mondo, a partecipare con un proprio libro che si intende leggere, per regalarsi un’ora di lettura nel silenzio del Chiostro, insieme ad altri lettori per poi dare vita ad un confronto su autori, gusti letterari e altro ancora.
“Il progetto nasce dalla volontà di raccontare, capire. Il tema della violenza sulle donne è delicato e importante: molti sono gli aspetti, molti i nodi, molti i modi. Sono partita da questa domanda: “Cosa ne pensano gli uomini (gli altri … quelli “normali” diremmo)?”, precisa Laura Marinelli, “Da qui nasce l’idea di una serie di ritratti a soggetti maschili messi di fronte ad una storia di femminicidio – prosegue Laura Marinelli – Il tutto si svolge come in un teatro in cui vi è, però, un unico spettatore, ci sono due sedie, c’è una donna e ci sono io, dietro alla mia macchina fotografica. Mentre la vittima racconta il suo omicidio (Monologo recitato da Marta Mantero – tratto da Ferite a Morte di Serena Dandini), la macchina fotografica coglie le emozioni, i sentimenti, le reazioni di quell’unico spettatore. Quindi ecco la mia prima decisione: affrontare questo argomento attraverso il punto di vista degli uomini. La seconda importante scelta è stata quella di non dire ai soggetti coinvolti di che cosa si trattasse. Era fondamentale per me che fossero il più spontanei possibile. Mi era chiaro da dove partivo ma non avevo assolutamente idea dove sarei arrivata. Ho fotografato 20 uomini ed è stata un’esperienza umana ed emotiva estremamente intensa. Nell’organizzazione dello shooting ho cercato di avere un po’ di tempo per un confronto al termine del monologo. I feedback sono stati davvero diversi e toccanti. Rabbia, disgusto, tristezza, dolore, raccapriccio, colpa i sentimenti emersi. Sapevo che fare lo stesso tipo di esperienza con soggetti femminili, sarebbe stato completamente diverso. Per confermare questo mio pensiero, ho coinvolto un’unica spettatrice donna. Come mai fino a quel momento, la stanza si è riempita di una tangibile empatia.”