L’ipotesi che sta circolando in questi giorni riguardante l’apertura di un centro di permanenza e di rimpatrio per i migranti (CPR) nel Ponente ligure, più precisamente nel comprensorio albenganese – scaturita a seguito della visita del Ministro degli Interni Matteo Piantedosi, che è stato a Ventimiglia e ha presieduto a Imperia il Comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica – desta la preoccupazione del Sindaco di Alassio Marco Melgrati, che dichiara quanto segue:
“Stiamo seguendo con molta attenzione le ipotesi che circolano in questi giorni a proposito dell’apertura di un CPR nel territorio di Albenga. Come primo cittadino di Alassio – il nostro gioiello della Riviera di Ponente che nell’industria dell’ospitalità genera da sempre un importante indotto a beneficio di tutto il territorio – e come primo cittadino che ha a cuore il benessere e la sicurezza dei residenti e dei turisti della propria città, mi sento fortemente preoccupato per questa possibilità che si va delineando. Come sappiamo, e come ha ricordato il Ministro Piantedosi nel corso della sua visita a Ventimiglia e a Imperia, nei CPR vengono trattenuti, per provvedimento convalidato dall’autorità giudiziaria, gli immigrati irregolari che hanno commesso reati o hanno manifestato condizioni di pericolosità. Se collaborano con l’identificazione possono sottrarsi alla condizione e uscire in poche ore ai fini del rimpatrio. Tuttavia, molte di queste persone, per svariate ragioni, restano poi comunque sul territorio. Tutto questo mi spaventa, soprattutto pensando alle ormai note complessità legate alla gestione dei CPR. Complessità che, innegabilmente, ricadono sul territorio in termini di ordine pubblico, di sicurezza, di impiego massiccio delle Forze dell’Ordine e – non esito ad affermare – anche di immagine, visto che la nostra città vive di turismo. Pensiamo a tutto ciò che potrebbe comportare l’apertura di un CPR in un territorio come il nostro, dove l’eccellenza turistica di Alassio ben si sposa da sempre con la vocazione produttiva di Albenga, che peraltro sta crescendo negli ultimi anni anche dal punto di vista della ricettività, grazie alla valorizzazione di un patrimonio storico e artistico eccezionale di cui, come vicini di casa, siamo orgogliosamente fieri. Il mio augurio più sentito è, dunque, che l’ipotesi ventilata in questi giorni venga al più presto accantonata, per trovare al suo posto una soluzione alternativa che eviti di mettere in ginocchio due località che, come ho già sottolineato, sono fiori all’occhiello della Liguria dal punto di vista turistico e produttivo e rappresentano un volano per la crescita dell’intera Riviera di Ponente”.