Si sono già palesate le prime ripercussioni sulle quotazioni del gas a seguito dell’attacco di Hamas su Israele. Negli ultimi giorni il prezzo della materia prima sul Ttf di Amsterdam è schizzato al 50%, e sono già state rese note le prime stime di questo rincaro sulle bollette, corrispondente a un aumento di 314 euro annui. 

Come aumenteranno i prezzi di luce e gas?

Sono già evidenti le conseguenze dell’attacco dell’organizzazione estremista palestinese Hamas sul suolo israeliano sul prezzo del gas, ora sopra i 42 euro al Megawattora. Il rialzo sul Ttf di Amsterdam, il mercato europeo di riferimento, era già salito al 10% lunedì 9 ottobre, primo giorno di riapertura dei mercati dopo l’attacco ad Hamas, e ora si è attestato intorno al 50%. Questa escalation di prezzi energetici sui mercati internazionali è certamente preoccupante in chiave bolletta. 


Si stima un aumento medio delle tariffe pari al +15% sia per la luce che per il gas. Questo comporterebbe un rincaro del prezzo sulla bolletta dell’energia elettrica di 115 euro annui a nucleo familiare, per una spesa complessiva per la luce di 879 euro. Dall’altra parte, la bolletta del gas subirebbe un aumento di 199 euro annui a famiglia, portando la spesa complessiva per il gas a 1.526 euro annui a nucleo. 

In questo modo, il rincaro complessivo tra luce e gas sarebbe di 314 euro annui, per una spesa totale per le forniture energetiche di 2.405 euro all’anno a nucleo. 

Le dichiarazioni di Urso riguardo l’approvvigionamento di gas

Il ministro delle imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, ha esternato le sue preoccupazioni per l’attuale scenario geopolitico, rilasciando la seguente dichiarazione a Mattina 24 su Rainews 24: «Siamo tutti convinti che Israele abbia il diritto a tutelare la propria libertà e credo bisogna essere vigili sotto ogni aspetto. La guerra incombe e rischia di coinvolgere altri fronti, e incombe attorno a noi in Europa, come ci ricorda la guerra in Ucraina. Bisogna essere vigili, uniti e coesi in Europa per fronteggiare questa situazione di emergenza che rischia di far esplodere altre problematiche, mi riferisco per esempio a quella dell’energia come accaduto per la guerra della Russia in Ucraina, per l’approvvigionamento di gas e petrolio». 

La dichiarazione di Urso fa eco al monito lanciato dagli esperti in corrispondenza della guerra tra Russia e Ucraina, momento in cui si era resa evidente come il nostro paese fosse dipendente dall’estero per le forniture di gas

Fondi UE per far fronte al caro bollette?

Una delle soluzioni delineate dall’Italia e dalla Commissione Europea per contrastare il caro bollette riguarda lo stanziamento di fondi, secondo quanto riportato dall’Ansa. Le due istituzioni hanno intavolato una proposta di riprogrammazione dei fondi regionali Ue per un importo pari a 1,3 miliardi di euro per supportare le famiglie a fronteggiare il rincaro dei prezzi dell’energia

Tale proposta si inserisce all’interno del programma Safe, che prevede la riprogrammazione di 4 miliardi dei fondi di coesione per misure contro il caro bollette a favore delle Pmi e delle famiglie. Elisa Ferreira, la Commissaria Ue alle politiche regionali e urbane, ha dichiarato che di questi 4 miliardi ne restano circa 3,3 di cui buona parte sarà destinata ad aiutare le famiglie a contrastare il caro energia. 

Che bollette ci aspettano questo inverno?

Nonostante le conseguenze sui prezzi del gas alla luce dei recenti sviluppi in Israele vadano ad aggravarsi al panorama già poco diradato a causa della guerra in Ucraina, i principali attori europei stanno dialogando tra loro al fine di adottare delle soluzioni che facciano fronte al rincaro delle bollette. 

La situazione spaventa ancora di più se si pensa che la problematica è sorta in concomitanza con il periodo peggiore dell’anno, ossia “Nei mesi invernali quando gli italiani accendono gli impianti di riscaldamento e concentrano l’80% dei consumi annui di gas“, secondo quanto riportato da Assoutenti. Ciononostante, piani come il Safe lasciano intravedere un barlume di speranza per le famiglie italiane, che tramite la riprogrammazione di fondi potrebbero non incorrere in una nuova stangata in termini di costi di forniture energetiche