A Voghera è stata organizzata una mostra pittorica del cantautore Ivan Cattaneo che sarà inaugurata il 5 ottobre presso La Galleria Borderline di Voghera di Stefano Luca. E qui di seguito un un commento di Stefano Luca all’opera di Ivan Cattaneo.
Le Facce di Ivan, obiettivamente deformi, nascono da un processo creativo istintivo dove colore acrilico, ad olio, collages, particolari fotografici e altri materiali convergono in una tecnica mista nel senso più ampio della definizione; ben lungi dall’essere mostruose, sono sorprendentemente piacevoli, paradossalmente normali, alcune addirittura allegre, persino belle.
Un caleidoscopio di lineamenti, che genera una umanità chiassosa, nella quale ogni individuo è unico nel suo genere.
La tavolozza abusata, avuta da Francis Bacon, è appesa discretamente nel grande studio, ricavato da un ampio portico rurale dall’alto tetto scuro, sostenuto da grosse architravi di legno usate a mo’ di mensole.
Crocifissi, Madonne assiepate, manichini da studio, oggetti stravaganti, dipinti accatastati, creano un’intima atmosfera commista di sacro e profano.
La contaminazione baconiana, ad un primo sguardo, è evidente. Ma le Facce di Ivan sono profondamente diverse, nella poetica come nella suggestione che evocano: non vi è traccia di disagio, non sono drammatiche o inquietanti.
La positività, la seduzione, l’esplosione emotiva che sprigionano tutti quegli esseri strani che
guardano e si guardano con occhi limpidi e sinceri sono una caratteristica unica.
Non so quanto vi sia di razionale e quanto di istintivo, ma le Facce di Ivan sembrano una testimonianza vivente: la vera Bellezza, quella ante litteram, inclassificabile, nasce dalla diversità.
Se è vero che l’universo scivola inesorabilmente verso l’entropia, cioè la scomparsa graduale delle differenze, il mondo di Ivan, feconda sorgente di archetipi umani, genera energia, stimola reazioni e rappresenta una potente spinta
oppositiva dirompente e vitale.